“Aspettando Godot”: piacere d’anima vellutata

Un classico. Come ci si può confrontare con un classico… Nei ruoli che hanno visto interpreti come Luigi Lo Cascio, Ugo Pagliai, Giorgio Gaber e Paolo Rossi, tra gli altri? Si può. Con professionalità ed un filo di incoscienza, cosa che all’attore non deve mai mancare. In questi tempi così cupi, così frenetici, dove l’esistenza è convulsa e pregna di falsi sentieri – internet, usi e consumi indotti, desideri infranti di falsi sogni e “pane e circensem” – Aspettando Godot è un piccolo capolavoro che fa bene, una tiepida brezza che risveglia in noi, l’assurdità di un tempo (la piéce, infatti, firmata da Samuel Beckett nel 1952, quindi in quella che possiamo definire epoca post-atomica) è, oggi, attuale come non mai. In scena dal 24 Gennaio al Teatro dei Conciatori, va una versione quanto più possibile fedele all’originale, dove la regia – a firma di Alessandro Averone – si apprezza per la scioltezza e la verità, in un’opera che è tutta attesa. L’attesa… in questi tempi così veloci, da vivere e consumare in fretta… abbiamo bisogno di attesa? E quando ci imbattiamo in essa… sappiamo accoglierla? O cerchiamo di evitarla… di sbatterle in faccia la porta come al peggior piazzista in circolazione? Abbiamo tempo… per aspettare? Marco Quaglia, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro e Antonio Tintis vestono i panni dei protagonisti e sul palco di uno dei teatri più belli della Capitale ci prendono per mano per un viaggio comodo comodo: basta aspettare! Perché questo Aspettando Godot è un piacere d’anima vellutata che tocca le corde ed i sentimenti intimi dello spettatore, lo porta a riflettere sulla sua condizione attraverso sfaccettature nascoste sotto polvere e polvere di abitudine. Con i costumi firmati da Marzia Paparini, le scene curate da Favreto e le luci ad illuminare il palco, manovrate da Luca Bronzo, veniamo catapultati in un drammma agrodolce, a tratti malinconico, ma potente. Ed il pubblico ne è ammaliato, catturato, perplesso talvolta, roso dal dubbio se ridere a mezza bocca o se corrucciare le sopracciglia in silenzio. La scenografia spicca per originalità, con uno stile sobrio ma accattivante che concede spazio agli attori, musicanti di una partitura degna di nota. Sycamore T Company, insomma, fa centro, regalandoci un’atmosfera quasi onirica per un sogno ad occhi aperti. Lo spettacolo sarà in scena sino al 29 Gennaio. Spettacolo (piéce) che il regista Averone definisce come tutto il percorso di Beckett: «sottile e poetico.».
Scheda Tecnica:
Regia: Alessandro Averone
con Marco Quaglia, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro, Antonio Tintis
Scene: Alberto Favretto
Costumi: Marzia Paparini
Luci: Luca Bronzo
Foto di scena: Manuela Giusto
TEATRO DEI CONCIATORI – Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031 – info@teatrodeiconciatori.it – http://www.teatrodeiconciatori.it/
TIPOLOGIA BIGLIETTI: € 18,00 + tessera obbligatoria di 3 €
ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00