A Coded Word: Danza Interculturale al Teatro Manzoni
Il Teatro Manzoni di Milano ha ospitato il 17 settembre 2024 il sogno di un “Coded Word”.
Coded è l’acronimo pensato da Bali Lawal per Combining Our Diverse Ethnicities Differently, un invito a comporre uno splendido mosaico societario con le diverse differenze etniche; un messaggio positivo di inclusione, integrazione che celebra la diversità per arricchire le nostre comunità spesso chiuse, impaurite e violente, davanti al diverso.
Coded Word è anche l’organizzazione fondata da Bali Lawal per offrire un’azione concreta capace di celebrare la bellezza della diversità attraverso la danza, strumento, come la musica, di dialogo interculturale per eccellenza.
Danza Interculturale, a Coded Word: La danza diventa quindi così, anche metafora della nostra identità.
Che non è monolitica, pura, iscritta nei geni della razza, nei confini geografici, nei colori di una bandiera come qualcuno vorrebbe. Ma la somma di adattamenti, stimoli, aperture. In noi, scopriamo l’altro, gli altri, gli incontri che quotidianamente contribuiscono a farci diventare quello che siamo.
Il risultato è stata una serata multietnica danzante, colorata, in movimento, piena di energia. Ogni paese partecipante ha presentato un po’ il proprio paese.
Oltre 100 danzatori ( non professionisti) provenienti da 14 paesi, Albania, Brasile, Cina, Congo, Cuba, Ecuador, Giappone, Ghana, Italia, Perù, Sierra Leone, Senegal, Spagna, Sri Lanka, si sono esibiti in costumi tradizionale sul bel palco del Manzoni, regalando emozioni e divertimento.
Colpisce che i partecipanti siano tutti stranieri, ma abitanti in Italia e per questo anche italiani.
Molti di loro appartengono alla seconda o terza generazione, sono e si sentono italiani, parlano italiano con inflessioni dialettali lombarde o piemontesi e hanno sperimentato multiculturalità e integrazione.
Dalla Samba brasiliana, tra piume e corpi vibranti, al flamenco portato in Spagna da gitani erranti perché scacciati dal Pakistan, passando per i tamburi tribali del Senegal, che ci ricorda un suo modo di dire: la grandezza di una comunità si misura attraverso le sue azioni compassionevoli.
La Cina ci ha portato in un mondo dalla luce lunare e dalla dolce melodia di uno strumento a 21 corde, suonato con quattro peltri, mentre una figura filiforme e sinuosa danzava angelicamente.
L’Albania, rappresentata da un corpo di ballo del centro di cultura di Asti, ha offerto canti e danze nazionali nei loro tipici vestiti e calzature. Per un attimo ci siamo trovati nei Balcani, quelli festosi, lontani da guerre, confini, religioni.
Il Perù ci ha riportato con un sorriso, ad una terra legata ai suoi ritmi, alle sue tradizioni contadine. Ballerini e ballerine nei loro costumi tipici, hanno ballato “La danza delle oche andine” che rappresenta la lotta dei maschi oca nel periodo dell’accoppiamento. E tra un passo di danza ed un sorriso, hanno rassicurato tutti i single, che avrebbero trovato il proprio partner rigorosamente nel mese di febbraio. Proprio come le oche andine!
Un messaggio di grande umiltà ci è stato offerto dall’Equador. Con la sua danza”il vaso di terracotta”, dove finiamo da morti, ci ha ricordato come sia importante vivere bene insieme da vivi.
L’Etiopia ci ha portato nella sua bella terra, talvolta arsa, talvolta rigogliosa.
L’Italia ha lasciato danzare un gruppo di ragazzi giovanissimi. Ci hanno trasmesso, con la loro danza sincopata ed evocativa, l’idea di un passato che fatica a capire il presente che deve affrontare un futuro confuso.
Questa prima edizione di Danza Interculturale a Coded Word, è stata un successo per partecipazione e forte impatto emotivo.
Ci auguriamo quindi che diventi presto una tradizione meneghina. Il tutto è stato possibile grazie all’energia e impegno di Bali Lawal, nigeriana e italiana, con una grande passione per moda, arte e musica. Dopo aver calcato le passerelle più prestigiose di Europa, Stati Uniti e Africa, portando con sé non solo la sua bellezza ma anche un messaggio di inclusione, si impegna ora per una cultura comune, laica e apolitica che abbracci le differenze sociali, razziali, religiose, geografiche.