Compagnia della Fortezza a Volterra: Atlantis

La Compagnia della Fortezza dal 28 luglio al 3 agosto 2023, ha presentato presso la Fortezza Medicea/Casa di reclusione di Volterra, Atlantis cap 1 La Permanenza.
Più che uno spettacolo è un nuovo percorso di ricerca verso una conoscenza altra, ideato dal drammaturgo e regista Armando Punzo che da più di 30 anni lavora all’interno del carcere di Volterra con attori carcerati.
Proprio questo modo di fare teatro, nato dalla necessità di delineare un’identità culturale laddove isolamento ed assenza di libertà frantumano i paradigmi, ha premiato Armando Punzo con il Leone d’oro alla carriera della Biennale Teatro 2023.
Atlantis cap 1 La Permanenza ci porta, dopo Naturae, a seguire un altro piccolo-grande viaggio alla ricerca dell’invisibile perché i sogni possano migrare dal carcere.
“Non dipingete secondo natura”, ci dice Punzo, mentre gli attori silenziosi, una ventina circa cui si aggiungono attrici esterne, si muovono in frac sul piazzale del carcere tra tele nere di forme e dimensioni diverse, creando coreografie evocative. “Dipingete inventando un mondo. Colorate la notte, non vivete nell’ossessione della stessa”.
Un monito per tutti, attori e spettatori, per arrivare a dipingere colori sulla tela talvolta scura anche della nostra esistenza. Colori, fermento e parole, si toccano all’interno dei locali del laboratorio teatrale che il pubblico ha il privilegio di attraversare, guidati da questi originali Virgili dalla “volontà fermentante”. Una fucina di idee, sentimenti, segni. Un ventre nascosto illuminato da scintille emotive di chi ci vive nel quotidiano. Qui, al riparo dalle imponenti e minacciose mura medicee, recitano brani, parlano.
Atlantis: il sorriso stampato come una dichiarazione plateale di indipendenza dall’assurdità dell’esistenza
Colpisce il loro sorriso, “permanente”, stampato su tutti i volti. É quasi disturbante, perché sembra indossato, incollato, innaturale. Quasi fosse un imperativo, una legge dell’esistenza per allontanare debolezza, precarietà, negatività.
Sorridono tutti, anche quando il bel corpo rannicchiato al suolo in posizione fetale di uno di loro, si contorce e cade nel tentativo di rialzarsi. Quei sorrisi immobili osservano i vani movimenti lenti e sofferti sul terreno scivoloso di quel giovane uomo che sembra rialzarsi per poi scivolare nuovamente.
Un Sisifo volterrano che ci ricorda l’inutilità e ripetitività delle nostre quotidiane esistenze prive del senso cosmico che il nostro ego vorrebbe attribuire loro.
Il sorriso imposto, diventa allora come una dichiarazione plateale di indipendenza dall’esistenza futile. Ridere di gusto, per scelta, in modo “permanente” davanti all’assurdità della vita e sforzarsi, con “volontà fermentante” di bucare la tela nera della nostra quotidianità per generare spazi possibili. E in questa rigenerazione, che ha al centro la cura e il recupero sociale, si comincia a delineare un futuro.
Volterra22: Volterra che cura, che partecipa, che innova, che racconta, che investe
Non è un caso che il percorso di Volterra22, curato dalla Project-manager Cinzia de Felice, che ha portato questa splendida cittadina ad essere la prima Capitale regionale della Cultura, abbia avuto come centro propulsore il modello della Compagnia della Fortezza.
Come spiega nel bellissimo libro Volterra22 Il sogno di una città a cura della stessa de Felice e di Dario Danti, (Pacini Editore), la rigenerazione ha portato nuove visioni, nuovi inizi. Non ha voluto trasformare Volterra in una sorta di lunapark temporaneo ed effimero, per grandi eventi che lasciano poi un vuoto. Ma ha avviato un percorso di politica culturale: attraverso la cultura per la cultura.
Volterra si è trasformata così, in un laboratorio sociale e di progettazione culturale che ha coinvolto l’intera cittadinanza. Per trasformare la partecipazione culturale dei cittadini in cittadinanza culturale, cioè rendere i cittadini fruitori e attivatori di processi di rigenerazione.
