Le nostre anime di notte: tutto è improbabile sino a quando non succede

Il Teatro Carcano di Milano porta in scena, in prima nazionale dal 17 al 27 novembre 2022, Le nostre anime di notte, tratto dall’omonima opera di Kent Haruf. Il drammaturgo statunitense è nato nel 1943 e morto nel 2014.
Il prestigioso teatro meneghino da anni infatti indaga la drammaturgia contemporanea per provare a leggere e capire meglio la realtà che ci circonda.
Il romanzo, pubblicato postumo nel 2015, è ambientato in una chiusa cittadina di provincia dal nome immaginario, Holt, in Colorado, ma molto simile a tante altre reali nel mondo.
Sembra dedicato alla grande età, cioè a tutte le donne e gli uomini che, pur intorno ai settanta anni, sentono che avrebbero ancora molto da offrire e ricevere. Loro che, nella vita precedente per fretta, disattenzione o paura non hanno saputo comunicare i loro setimenti nè ascoltarli, ora che hanno imparato a farlo ne riconoscono l’importanza e l’urgenza. Anzi, si legittimano di ammettere a se stessi di averne bisogno.
Al punto da liberarsi da giudizi e pregiudizi esterni che per tanto tempo li ha ingabbiati.
Comincia infatti con uno “strappo” alle convenzioni questo spettacolo pieno di tenerezza e delicatezza che la regia di Serena Sinigallia valorizza.
Lella Costa ed Elia Schilton sono in pigiama e vestaglia, ai lati opposti del palco. Pur essendo vicini di casa, si sono frequentati poco e ciascuno vive isolato la sua vedovanza. Forse per questo le luci di scena frappongono inizialmente, il buio tra loro, che sono infatti illuminati singolarmente.
Le nostre anime di notte: due vecchi parlano d’amore al buio
Ma quella distanza sul palco e nella vita, è destinata ad accorciarsi subitamente quando lei, Addie, decide di telefonare una sera a lui, Louis, proponendogli qualcosa di indecoroso: passare la notte insieme. Non è sesso, precisa lei, è per evitare di prendere i sonniferi visto che le notti sono popolate da ombre.
Louis si prepara all’appuntamento con un certo nervosismo e imbarazzo, misti a paura, curiosità, voglia di piacere. Sa che la gente mormora e non è pronto a rischiare.
E poi, tutto sembra così improbabile!
Lei ha una freschezza quasi giovanile, una voglia di volare, una leggerezza conquistata con la solitudine.
I silenzi imbarazzanti del primo incontro svaniscono in quelli successivi, riempiti da un nuovo entusiasmo. I loro ritrovi, privi di fisicità, sono incontri di anime che per la prima volta si sentono adeguate, dopo aver passato una vita a non sentirsi tali. Qualcosa torna a fluire, si scopre con stupore di non essere inariditi. E nel semibuio della camera da letto, due vecchi parlano d’amore.
Sfila, durante le loro notti insieme, un passato spesso doloroso, sempre soffocato. Entrambi si mettono a nudo, mentre le foto appese alle tre pareti della camera da letto, vengono staccate una ad una, lasciando sulla carta da parati l’impronta, l’ombra della cornice, di un passato che si vorrebbe dimenticare dopo averlo fatto rivivere per un istante.
Anche il presente però non è facile. Forse per questo la regia sceglie di mandare sul palco un assistente di scena, che passa, si inserisce muto per un attimo tra i protagonisti portando o togliendo qualche oggetto. É un elemento esterno che rompe per un istante l’intimità e rimanda alla comunità che critica. Anche i figli di entrambi si dicono contrari a questa “sconveniente” relazione in tarda età.
Mentre la figlia di lui però, accorgendosi di voler trattare il padre come un figlio, sorride del proprio patetico controllo e alla fine accetta ed anzi incoraggia, il figlio di lei si erge a censore. Lui che porta ancora dentro di sé la ferita dei non amati per essere stato trascurato dal padre, si frappone tra la madre e la di lei felicità, imponendole un vile ricatto.
È nel momento in cui Addie deve scegliere che le tre pareti della stanza da letto, che si era già trasformata in stanza di ospedale, cadono fragorosamente a terra, lasciando i due protagonisti senza protezione su una scena disadorna. Le loro vite sembrano allora risucchiate nel deserto iniziale.
Le nostre anime di notte
con Lella Costa ed Elia Schilton
regia Serena Sinigaglia
tratto dall’omonimo romanzo di Kent Haruf, pubblicato in Italia da NN Editore
adattamento teatrale Emanuele Aldrovandi
scene Andrea Belli
costumi Emanuela Dall’Aglio
assistente alla regia Michele Iuculano
scelte musicali Sandra Zoccolan
Foto Marina Alessi
produzione Teatro Carcano
Teatro Carcano, Milano