Nato Postumo: macerie al posto di eredità morale

Nato Postumo, il monologo di e con Francesco Brandi, presentato al Teatro Franco Parenti di Milano dal 30 ottobre al 18 novembre 2018, mi ha ricordato Platonov di Cecov. Di sicuro condividono un aggettivo, visto che lo scritto giovanile di Cecov è stato pubblicato “postumo”.
“Sono maestro elementare, dice Platonov a Sòfia Egòrovna, nient’altro….” . È un modo come un altro per dirle che la felicità è andata altrove, che è rimasto paralizzato davanti alla vita troppo sguaiata, incapace di agire, di realizzare progetti.
“Ah, risponde la donna ancora innamorata di lui… tuttavia questo non vi impedisce di essere un uomo? “.
E invece si, succede proprio cosi, anche a Gino, il postino di provincia, che distribuisce posta in bicicletta. Si accorge, in un pomeriggio estivo e dopo un episodio bizzarro, di non essere un uomo, ma un’ombra della vita. Il terrore di questa considerazione lo spinge a lasciare almeno una traccia della sua esistenza, prima che un’eventuale morta lo colga.
Se c’è vicinanza di contenuti, i toni di Nato Postumo sono però lontani da quelli drammatici russi. Al punto che riderete per parte dello spettacolo, per come questo bravo attore classe 1983 parla, si muove, per quello che riesce a dire senza dirlo.
Nella sua vecchia cucina Gino decide, con un vecchio registratore, di lasciare la sua voce incisa sul nastro narrando la nullità della sua esistenza in un diario parlato.
Ne esce un sarcastico racconto per quadri, brandelli di parole che poi sono brandelli di vita che fanno emergere incapacità di agire, conflitto generazionale, superficialità dei legami, cambiamenti sociali, atmosfera di provincia asfittica, gioco d’azzardo, affari loschi dei notabili del paese.
Ma soprattutto, tra piante semi morte pronte a chiamare il “numero verde” e cartelle di Equitalia da lui consegnate con dispiacere, c’è una mancanza di fondo: l’omissione di soccorso, inteso come mancanza di amore, da parte della società, degli altri, di noi stessi.
Macerie al posto di eredità morali
Una madre assente, debole, presa dalle sue cose e dalla droga, suicida davanti ai suoi occhi di bambino. Un padre rispettabile, professore di letteratura, amante di Dostoevskij, ma incapace di elaborare e contenere le sconfitte della vita che scivola nel gioco. Una società che non parla mai della bellezza della sconfitta, della possibilità di rialzarsi più forti, perchè finalmente consapevoli delle proprie debolezze.
E l’amore è chiuso in un cassetto, stampato sui bigliettini dei baci perugina, o nascosto in un baule, nelle lettere scritte e mai spedite.
È la mancanza di amore il buco nero sul quale creiamo esistenze evanescenti, riempite di paure, di noia e talvolta, di droga.
Nato Postumo fluisce con naturalezza, tra battute, risate e un’amarezza sottile. Che resta però contenuta, come il piccolo spazio dove si svolge lo spettacolo, con le belle e naturali scene di Alberto Accalai.
É una produzione Teatro Franco Parenti.
Teatro Franco Parenti, Via Pier Lombardo 14 – 20135 Milano
Biglietteria tel. 0259995206
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