Riaperto il caso Pantani, secondo la procura venne ucciso!

Il 14 febbraio, per gli appassionati delle due ruote, più che il giorno degli innamorati, è il giorno della scomparsa di Marco Pantani, avvenuta in circostanze per nulla chiare. Per gli organi competenti si trattò di suicidio, mentre la signora Tonina Pantani ha sempre negato con decisione questa possibilità. A distanza di dieci anni, la Procura di Rimini riapre il caso, sostenendo, secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, che Marco Pantani venne ucciso: “omicidio con alterazione del cadavere e dei luoghi.”
Il procuratore di Rimini ha accolto l’esposto della famiglia Pantani, grazie anche alla perizia realizzata dal professor Avato, secondo cui quantità così grandi di cocaina si possono assumere solo se diluite in acqua. La nuova direzione delle indagini prevede quindi che Marco Pantani sia stato prima picchiato e poi costretto a bere cocaina. Le indagini, finalmente, virano nel senso indicato dalla famiglia del Pirata scomparso che ha sempre sottolineato le incongruenze di un suicidio che non convinceva per nulla: il caos infernale della stanza d’albergo, le ferite sul corpo di Pantani, il fatto che Pantani fosse arrivato a Rimini senza bagagli, e nella sua stanza vennero invece ritrovati tre giubotti (la presenza di una via, dal garage del residence, che permetteva alle persone di andare e venire senza essere viste da nessuno) e la chiamata fatta dal Pirata ai carabinieri perché qualcuno lo infastidiva (poco prima di venir ucciso). Dunque, qualcuno ha incontrato il Pirata quel 14 febbraio 2004.
Giacomo Di Valerio
2 agosto 2014