Dichiarazioni Di Luca, Lega Ciclismo: “Non si è accorto del mutamento culturale in gruppo”

Continua a generare più di qualche commento l’intervista rilasciata da Danilo Di Luca, ormai ex ciclista radiato, al programma Mediaset de Le Iene. Di Luca ha dichiarato, senza girarci troppo intorno, che secondo lui il 90% dei partecipanti al Giro d’Italia fa uso di doping. Comprensibile, dunque, la reazione di Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo, che ha parlato del Killer di Spoltore come di una persona che “manca di credibilità e affidabilità”, sottolineando come certe dichiarazioni gettino fango “su tutto il lavoro svolto per restituire trasparenza a questo sport.” Con un bel comunicato stampa, invece, si è espressa anche la Lega del Ciclismo Professionistico, che ha voluto mettere in evidenza le incongruenze riscontrate nelle dichiarazioni di Danilo Di Luca.
“Nel momento in cui Di Luca sostiene che tutti al Giro d’Italia sono dopati, tanto il doping non viene rilevato dai test – si legge nel comunicato – si dimentica di sottolineare che proprio lui è stato trovato positivo a dei controlli anti-doping per ben due volte, e che la seconda positività è stata rilevata a poche decine di giorni dalla fine della sua squalifica di due anni per doping.” La Lega prosegue sottolineando il cambio di mentalità, soprattutto dei giovani, che ha ridato nuova linfa al movimento delle due ruote: “è chiaro che Di Luca non si è reso conto e continua a non rendersi conto dei profondi mutamenti culturali all’interno del gruppo, in primo luogo da parte dei soggetti più giovani, che pur senza responsabilità hanno subito i danni maggiori causati dai comportamenti di atleti della generazione di Di Luca. Inoltre l’efficienza del sistema dei controlli antidoping che chiede ai corridori la reperibilità, per controlli a sorpresa, a tutte le ore e per 365 giorni all’anno e utilizza per tutti i ciclisti di alto livello sofisticate tecniche di profilazione ematica e ormonale, rende sempre più difficile ricorrere alle scorciatoie di cui si parla.”
Il comunicato, per finire, sottolinea tutto “il rammarico per la triste vicenda umana dell’atleta che ha avuto, come è giusto abbiano tutti coloro che hanno sbagliato, un’occasione di riscatto in una vetrina importante come il Giro dello scorso anno e l’ha clamorosamente gettata al vento, rovinando definitivamente la sua carriera e il suo futuro.” Il rammarico, però, “si accompagna alla rabbia dei tanti atleti che si sentono infangati e diffamati da quelle parole insensate e fuori luogo, frutto di disperazione e rancore per un mondo che gli ha dato tanto, ma che ha saputo escluderlo quando ha scoperto il suo gioco sleale.”
Danilo Di Luca, intanto, è stato convocato “per il 30 gennaio 2014 alle ore 12.00, in qualità di persona informata sui fatti” dalla Procura Antidoping.
Giacomo Di Valerio
23 gennaio 2014