Intervista a Bontempi, ds Lampre: “è stata una buona stagione”
Questa mattina abbiamo intervistato Fabrizio Bontempi, direttore sportivo della Lampre-Merida, con il quale abbiamo analizzato in maniera dettagliata la stagione 2013 dei blu-fucsia-verdi, partendo dal bilancio generale della squadra: “credo sia stata un’annata discreta, non esageratamente positiva ma di certo non è stata negativa. Abbiamo ottenuto 17 vittorie e siamo saliti tantissime volte sul podio. Se 7-8 dei secondi posti ottenuti fossero stati vittorie, forse, saremmo qui a parlare dell’annata più positiva della storia Lampre. Abbiamo avuto anche qualche problema di troppo con Dodi, fermo sei mesi per il femore, Lloyd, il ritiro di Petacchi e Anacona, per la rottura di tibia e perone. La panchina quindi è stata corta, e alcuni corridori sono stati sovraccaricati di corse. È sicuramente mancata una tappa nei grandi Giri, anche se ci siamo andati molto vicini alla Vuelta, ma è arrivata una classica del World Tour, a Plouay, con Pozzato. Sicuramente non è stata un’annata insufficiente.”
Il direttore sportivo della Lampre ha poi parlato di Diego Ulissi, autore di un finale di stagione mozzafiato, con la tripletta Milano-Torino, Coppa Sabatini e Giro dell’Emilia: “Ulissi è stato bravissimo, ha ottenuto tanti successi e non bisogna scordare che è ancora giovanissimo (classe 1989). È alla Lampre da qualche anno, e in ogni stagione ho visto un suo miglioramento, sempre. Calcolando che la maturità ciclistica si raggiunge intorno ai 27 anni, possiamo dire che Diego sta bruciando le tappe. Presto otterrà grandi risultati nel circuito World Tour.”
Bontempi ha analizzato nello specifico anche la situazione riguardante Damiano Cunego, incappato in una stagione non esaltante: “sicuramente Damiano ha fatto tanto e meglio negli anni passati. Nel 2013 ha puntato su obiettivi posti più avanti nella stagione, ma non ha trovato il giusto colpo di pedale. Nel 2014, invece, vorrebbe partire subito in maniera brillante. Sarebbe importante, per lui, ottenere presto dei risultati. Lo aiuterebbero soprattutto psicologicamente. Non c’è dubbio su un fatto: Damiano ha tanta classe e professionalità, ha fatto tanto nella sua carriera e non gli si può imputare nulla, ha sempre dato tutto.” Nel palmares di Damiano Cunego brilla la vittoria del Giro d’Italia ottenuta nel 2004. A distanza di anni, questo successo sembra aver condizionato la scelta degli obiettivi nella programmazione delle stagioni del veronese: “Cunego, dentro di sé, ha sempre ambito a far classifica. Però, si possono ottenere piazzamenti nelle classifiche di un grande Giro anche puntando a centrare le fughe importanti nelle tappe giuste per giocarsi una vittoria. Cunego ha la classe per fare questo. Se è in forma, un piazzamento nei 10 della generale è sempre alla sua portata, ma è pur vero che Damiano è adattissimo anche alle corse in linea. Tre Giri di Lombardia non si vincono per caso.”
Altro corridore di cui non si poteva non parlare è Filippo Pozzato, protagonista di una prima parte di stagione deludente, nella Campagna del Nord, parzialmente riscattata con un finale più convincente: “Pozzato deve partire forte dall’inverno, lì può costruire le sue fortune. Se trovasse presto la giusta condizione, arrivando asciutto nelle prime gare per non fare troppa fatica, riuscirebbe a correre le classiche da protagonista. Altrimenti si finisce per inseguire la condizione e inevitabilmente se ne pagano le conseguenze. Bisogna sfatare anche i luoghi comuni: Pozzato fa tanti sacrifici, ha solo bisogno di essere un po’ più concentrato nei periodi in cui punta veramente all’obiettivo.”
Virando sul 2014, Bontempi ha provato a delineare gli obiettivi (ovviamente ancora non fissati con certezza) dei blu-fucsia-verdi: “Rui Costa credo che farà il Tour, lui non ha mai nascosto di voler puntare alla corsa francese. Il Tour de France sembra anche meglio adattarsi alle sue caratteristiche. Negli anni ha vinto tante tappe, ma si è sempre dovuto sacrificare per altri capitani. Non dobbiamo dimenticarci di Sacha Modolo, che ha rinforzato la squadra per le volate. Con lui e gli altri velocisti diversificheremo gli obiettivi per essere sempre competitivi. Per il Giro d’Italia, invece, può darsi che la Lampre curerà un piazzamento nella generale e soprattutto la ricerca di vittorie nelle tappe.” L’analisi non ha tralasciato la cessione di Michele Scarponi all’Astana: “La squadra si fa in una determinata maniera, anche secondo questioni di budget. Non è che la Lampre non volesse Scarponi, anzi. Il Team è costretto a fare delle scelte, soprattutto perché nel budget devono starci dentro tutti quelli che lavorano intorno alla squadra, non solo gli atleti.”
L’ultimo capitolo ha riguardato i talenti verdi del Team, tra cui Jan Polanc, classe 1992: “Polanc è un giovane molto interessante: l’abbiamo scoperto in Slovenia, terra a cui siamo legati da tanti nostri ex corridori. Ci troviamo bene anche con i polacchi. I corridori di questi paesi sono molto affini alla nostra mentalità.” Un’ultima battuta su Brent Copeland, nuovo Team Manager: “Brent sa come si lavora in Lampre perché ci è già stato negli anni passati. Conosce la mentalità e i meccanismi societari. Non faticherà a dare il suo contributo.”
Giacomo Di Valerio
4 Novembre 2013