Tour de France, anzi, Giro di Francia: Matteo Trentin conquista Lione!
Finalmente Italia! Un grandissimo Matteo Trentin (Opq, classe 1989) conquista la prima gioia in carriera e interrompe un digiuno di vittorie italiane al Tour lungo 70 tappe, 3 anni. Il penultimo uomo di Mark Cavendish oggi si è guadagnato una giornata libera, dimostrando di avere i numeri da fuoriclasse, con una volata fantastica che lo ripaga di tutto il prezioso lavoro svolto in sostegno di Cannonball. Battuti Albasini (Oge) e Talansky (Gar). Nessun problema, oggi, per Chris Froome.
La quattordicesima frazione del Giro di Francia è perfetta per una fuga da lontano: in tanti vogliono provarci, sperando che la Cannondale non abbia nulla da ridire, vista l’altimetria della tappa decisamente adatta a Peter Sagan. Ma gli attaccanti nati oggi non hanno voglia di lasciarsi comandare dal gruppo, e fanno la voce grossa evadendo addirittura in 18, un battaglione vero: Bak (Lot), Burghardt e Van Garderen (Bmc), Bakelants e Voigt (Rsl), Gautier (Eur), Vichot (Fdj), Kadri (Ag2r), Brutt (Kat), Erviti e Rojas (Mov), Garcia (Cof), Trentin (Opq), Millar e Talansky (Gar), Albasini (Oge), Geschke (Arg) e Simon (Soj). Il più pericoloso è Talansky, comunque a 13’11” da Chris Froome. In gruppo, gli Euskaltel e i Lampre, rimasti fuori dalla fuga, provano a tenere chiusa la corsa senza troppa convinzione.
Qualcuno in gruppo è particolarmente nervoso (eufemismo) per non aver colto la fuga giusta, soprattutto in casa Vacansoleil, formazione di cacciatori di tappe, e in casa Lampre. Così, a 78 km dal traguardo, Hoogerland e Cunego tentano un’azione scriteriata che ha il solo scopo di sprecare energie preziose per le possibili fughe dei prossimi giorni. I due hanno circa 3’ da recuperare ai 18 al comando. Il campione olandese decide poi di staccare l’italiano della Lampre, provando a ricucire il distacco tutto solo. Risultato: la frittata di giornata è completata. Cunego ritrova Hoogerland dopo qualche chilometro, per (con)dividere l’inutile lavoro. Il gruppo è tagliato fuori dalla vittoria, guidato tranquillamente dagli uomini Sky.
I battistrada iniziano a farsi la guerra negli ultimi chilometri, sicuri di potersi giocare la tappa. L’attacco vero è sferrato da Simon a 15 km dall’arrivo. Il bretone ce la mette veramente tutta, tagliando le curve come un pazzo, rischiando qualche brusco incontro con i tantissimi tifosi in strada. Il corridore della Sojasun non è propriamente un cronoman, e gli ultimi chilometri per lui sono un vero inferno. E come ogni Inferno, nemmeno questo si trasforma in Paradiso: il sogno di Simon si infrange infatti negli ultimi 2 km, quando viene ripreso da Albasini. Gli altri subito dietro. Trentin, stanco per il grande lavoro svolto nella terribile giornata di ieri, si lascia trasportare dalla corrente. Negli ultimi 500 m è in settima posizione, non proprio l’ideale per approcciare una volata. Trentin parte comunque deciso, prendendo un fottio di vento in faccia, forse pensando di avere alla propria ruota Steegmans e Cavendish, pronto a vestire i panni del supereroe Cannonball. Invece dietro il giovane azzurro questa volta non c’è nessun capitano pronto a sprintare, ma solo un manipolo di compagni di fuga pronti a guardarlo invidiosi.
Bellissimo, prima del podio, l’abbraccio di tutti gli Omega Pharma a Matteo Trentin. Particolarmente caloroso quello di Mark Cavendish. Domani, intanto, arrivo in salita al Mont Ventoux. Froome ha tutta l’aria di essere una maglia gialla triste e preoccupata: “Spero di non dover rimanere solo.” I suoi avversari, se avranno le gambe, lo attaccheranno e spetterà a lui difendersi. Ma se la miglior difesa, per il keniano bianco, fosse l’attacco? In fondo, in salita, è lui il più forte.
Giacomo Di Valerio
13 luglio 2013