19° tappa annullata per neve! Di Luca positivo all’Epo!
Niente tappone alpino. La 19esima frazione del Giro d’Italia è stata annullata a causa della neve. Gli organizzatori erano stati bravissimi a trovare un percorso alternativo per arrivare fino a Val Martello. Impraticabili Gavia e Stelvio? Niente paura, si passa per il passo del Tonale e per il passo Castrin. “Questa tappa non s’ha da fare” ha tuonato invece la natura, facendo scendere neve anche ai piedi del Tonale e sull’inedito Castrin. E per completare l’opera in grande stile, ma con un pizzico di ironia fuori luogo, solo brutte previsioni per il Val Martello.
Il comunicato ufficiale è chiaro: “a causa delle condizioni climatiche avverse e la presenza di neve su tutto il percorso di gara, la 19° tappa del Giro d’Italia, Ponte di Legno – Val Martello, è annullata.” I corridori, giustamente, si mostrano uniti e in accordo con la decisione della giuria: “impossibile andare in bicicletta”. Daniel Oss, neanche fosse colpa sua e degli altri corridori, promette: “ricompenseremo alla prossima occasione con del grande spettacolo.”
C’è grande amarezza per le sorti di questa tappa: dopo lo spettacolo della cronoscalata di ieri, sarebbe stato indubbiamente bello oggi vedere gli uomini di classifica darsi battaglia, con Nibali più forte che mai, e uno Scarponi in palla che poteva approfittare di un Evans decisamente sottotono. Il ciclismo è sulla bocca di tutti in questi giorni, se n’è tornato a parlare perfino nei telegiornali. Purtroppo se ne tornerà a parlare anche oggi, non per lo spettacolo, non per un’esaltante vittoria, non per la maglia rosa, neanche troppo per la tappa annullata, ma per la positività all’Epo di Danilo di Luca, riscontrata in un controllo a pochi giorni dall’avvio del Giro. Il killer di Spoltore, questo il suo soprannome, ha ucciso la corsa rosa. Già pizzicato per doping, Di Luca è stato molto elogiato per le prestazioni sfoggiate in questi giorni “e con sole due corse nelle gambe prima di questo Giro”. E ora è chiaro come abbia fatto, “con solo due corse nelle gambe”, a essere a questi livelli. Ci ha illusi, noi gli abbiamo creduto, da amanti di questo sport, forse ingenui, sempre pronti ad esaltarci quando qualcuno regala battaglia. A dirla tutta però, nessuno ha voglia di guardare questo sport con la puzza sotto al naso, e non sarà certo un Di Luca qualunque a toglierci la nostra beata ingenuità sportiva. Non è la passione, lo stupore, le emozioni sincere ciò a cui bisogna dire basta.
Luca Scinto, direttore sportivo della Fantini, squadra di Di Luca, ha commentato: “io non ho mai voluto Di Luca in squadra. Noi costruiamo il gruppo sui sacri valori del ciclismo e abbiamo fatto l’errore di assecondare la richiesta del nostro main sponsor”. Eppure il killer di Spoltore aveva detto di essere cambiato, di aver capito, e di essere cambiato insieme al mondo del ciclismo che un tempo era diverso: “l’ambiente funzionava così [doping a gogò – aggiunta], uno è obbligato a adeguarsi, altrimenti il campione è svantaggiato, invece a parità [di doping – aggiunta], il campione è sempre campione.” A prescindere dalla dichiarazione di dubbio gusto, Di Luca ha ragione, il mondo del ciclismo è cambiato e proprio per questo non ha più bisogno di nostalgici del passato come lui, che a quanto pare non cambieranno mai. I più indignati da questa situazione sono i corridori stessi, che non hanno risparmiato commenti: “come possiamo essere credibili fin quando ci sarà sempre qualcuno pronto a barare?” (Andrea Guardini), “forza ragazzi, solo noi possiamo dare credibilità al nostro mondo, non lasciamo che nulla e nessuno ci infanghi di nuovo! A testa alta sempre!” (Valerio Agnoli). Francisco Ventoso non ha badato a mezze misure: “già abbiamo pagato un prezzo alto per le cretinate di altri, viene cancellato a vita e basta,” Questa non sarebbe per nulla una cattiva idea, il ciclismo forse dovrebbe avere più amor di sé, e radiare direttamente chi risulta positivo la prima volta. Ma a questo punto, anche le squadre dovrebbero aiutare l’autostima del ciclismo, lasciando a casa gente come Di Luca. Ora basta, veramente, e la parola che più risuona in testa, è solo una: rottamazione. Nessuno ha il diritto di toglierci la passione.
È umiliante dover scrivere e parlare di queste situazioni, ed è difficile immaginare quanto sia umiliante per i corridori in corsa al Giro vivere queste situazioni, senza neanche poter prendere il via alla tappa di oggi: “Una domanda? Per il bene del ciclismo, è ancora possibile fare la tappa di oggi e cancellare la notizia di Di Luca? Per ricordare il 24/05 in altro modo.” (la frustrazione di Luca Paolini).
Caro Vincenzo,
ci aggrappiamo alla tua maglia rosa. Tu non ti curar di loro, ma guarda il rosa e sorridi.
Giacomo Di Valerio
24 maggio 2013