Visconti trionfa a Vicenza: “fa tutto la testa”
Giovanni Visconti (Mov) concede il bis nella 17° frazione del Giro d’Italia. Eravamo rimasti tutti emozionati dalla sua splendida vittoria sul Galibier, a tutti noi era piaciuta la sua azione, e allora Visconti ha pensato bene di regalare un’altra vittoria a se stesso e altre gioie a noi. Mai l’esempio del siciliano fu più azzeccato per dimostrare che non si vince nulla se non si è supportati da una testa d’acciaio. Dopo la difficile annata passare a combattere contro se stesso, sul Galibier l’italiano della Movistar si è finalmente sbloccato: “questo che avete visto oggi è il vero Visconti.” Oggi anche gli ultimi scettici si sono azzittiti. Alle sue spalle Ramunas Navardauskas (Gar), che contento come una pasqua credeva di aver tagliato per primo il traguardo. Terzo ancora una volta, Luka Mezgec (Arg). Nibali controlla senza affanno.
La tappa di oggi, Caravaggio – Vicenza, ha l’aspetto dell’illusione artistica. Sarà il nome della città di partenza ad aver ispirato gli organizzatori, sarà che a prescindere da tutto ogni tappa regala continue sorprese, ma oggi i primi 192 km di calma piatta preparano il terreno a un tocco di genialità esemplare: la salita di Crosara, 5,3 km al 6,8%. Ce la faranno i velocisti a resistere? No, assolutamente. Come spiegato perfettamente da Davide Cassani sulla sua pagina facebook: “Ha fatto più danni la salita di Andrate che il Galibier. Per dire che è sufficiente una salita, anche sconosciuta, non troppo lunga ma dura e messa al punto giusto per vedere grande spettacolo.” E Giovanni Visconti ha mostrato di condividere pienamente questo pensiero, rispondendo da campione vero, con una frecciata proprio sulla Crosara, intonandosi perfettamente con il clima della tappa.
In 4 provano la fuga direttamente dal proprio Hotel (quasi): Rubiano (And), Dockx (Lot), Durbridge (Oge) e Belkov (Kat). Dietro il gruppo procede sornione, controllato dalle squadre dei velocisti rimasti in gruppo, anche se quest’ultime non si dannano l’anima, ben consapevoli che oggi è dura giocarsi la tappa per loro. Davanti guadagnano fino a 5’20”, ma ai piedi della salita finale l’unico a crederci veramente è Rubiano, che rimane da solo al comando, prima di essere raggiunto da Di Luca, anche oggi all’attacco. Per lui, un Giro d’Italia fantastico: purtroppo manca solo la vittoria. In gruppo l’andatura la fanno i Lampre, con l’obiettivo conclamato di portare Pozzato (corridore di casa) allo sprint. Questa tattica diventa un’arma a doppio taglio: bisogna controllare ma senza imporre un’andatura troppo sostenuta, altrimenti tanti cari saluti allo stesso Pozzato!
Visconti sente le gambe galvanizzate dal successo ottenuto al cospetto di Marco Pantani, domenica scorsa, e si lancia alla ricerca di Rubiano e Di Luca rimasti al comando. Intanto Navardauskas, visto l’epilogo, probabilmente è intento a guardare gli uccellini. Il siciliano è perfetto, un modello della bicicletta. Prima raggiunge il duo al comando, rifiata qualche istante, si ricompone, beve, si bagna il volto, e poi rilancia la propria azione staccando prima il killer di Spoltore, poi il colombiano attaccante della prima ora. Al Gpm il gruppo scollina con 32” di distacco, ma ognuno pensa per sé, cercando di avvantaggiarsi sugli altri, e Visconti pensa per tutti, arrivando nuovamente in solitaria sul traguardo. Navardauskas vuole provare come ci si sente a essere il Betancur della situazione e alza le mani al cielo mettendosi alle spalle Mezgec nella volata di gruppo. Poche sagge parole per Visconti all’arrivo: “Fa tutto la testa”. Chi lo ferma più a questo siciliano?
Giacomo Di Valerio
23 maggio 2013