Cavendish cala il tris! Wiggins esce di classifica!
3 su 3: supremazia assoluta. Quando il gruppo arriva in volata, pioggia o non pioggia, re Cavendish sente il richiamo della velocità pura, si alza sui pedali e non ce n’è per nessuno. Bouhanni non può che arrivare secondo, terzo Mezgec. Ci sono da dire due cose però: Cavendish ha una squadra altrettanto regale e il Giro d’Italia non è mai scontato. Purtroppo Wiggins, per un problema di salute, perde le ruote dei migliori ed esce definitivamente di classifica. Uran, ora, diventa a tutti gli effetti l’uomo Sky da controllare.
È dalla Milano – Sanremo che i ciclisti aspettano il bel tempo per pedalare con la natura dalla propria parte. Oggi al Giro d’Italia, quella che doveva essere una tappa di transizione, 134 km da Longarone a Treviso, si è trasformata in un incubo in cui c’era quasi da annegare. Acqua, acqua e ancora tanta, tantissima acqua. Acqua dal cielo, e schizzi, tanti fastidiosissimi schizzi impazziti lanciati dai tubolari dei corridori.
La corsa parte con qualche minuto di ritardo e la confusione regna sovrana. Per ripristinare la tranquillità, nei primi chilometri la macchina della giuria si mette in testa al gruppo a tirare con le quattro frecce accese, rimandando di 5 km l’inizio effettivo delle ostilità. Alle 13, intanto, Nibali ha omaggiato con una corona di fiori le vittime della strage di Vajont. Chi il Vajont non l’ha visto stamattina, e nemmeno ieri perché fermato dall’anti-doping, è Sylvain Georges. Il francese della Ag2r La Mondiale avrebbe commesso, per sua ammissione, una gigantesca leggerezza: assunzione di un farmaco (in vendita libera) contenente una molecola vietata, di cui il corridore non era a conoscenza. Meglio non aggiungere altro, non serve, sia perché la commemorazione del Vajont, il Giro d’Italia, e gli sforzi anti-doping del ciclismo attuale non meritano minimamente di essere frustrati da un gesto così irresponsabile (per essere buoni), sia perché Georges, a dirla sinceramente, si commenta da solo.
Nel percorso da coprire, oggi, ci sono solamente due Gpm di 4^ cat., il Muro di Ca’ del Poggio (1,2 km al 12,2%) e il passaggio sul Montello posto a 40 km circa dal traguardo di Treviso. La pioggia battente richiama in alcuni corridori il sentimento della pura depressione, in altri il ricordo del ciclismo eroico: Felline, De Backer, Lammertink e Belkov non perdono un secondo e vanno all’attacco. Il russo della Katusha si esalta appena vede la pioggia. Dopo pochi chilometri si accoda anche Marcato. Nella discesa verso Vittorio Veneto, però, succede l’impensabile: dei 5 battistrada, 4 cadono in terra nella stessa curva, senza conseguenze. Solo De Backer riesce a rimanere in piedi con un numero pazzesco, da equilibrista puro. In gruppo, appena la strada scende, Wiggins si ritrova in coda. La sua bici sembra guidata da un pezzo di ghiaccio incapace di qual si voglia naturalezza. Ma c’è di più, e nella discesa del Montello si consuma il fattaccio: Wiggins si stacca, ma questa volta non solo per colpa del bagnato, ma anche per qualche problema di salute, come da lui stesso dichiarato ieri. Sir Bradley Wiggins fatica a tenere perfino le ruote del suo gruppo inseguitore in pianura, lui che di solito è un motorino. Onore all’inglese, comunque, per essersi messo in gioco nel Giro d’Italia, non adattissimo alle sue caratteristiche, e per il grandissimo spirito combattivo.
I 5 al comando guadagnano al massimo poco più di 3’ sul gruppo, che lentamente e inesorabilmente accorcia le distanze. I velocisti vogliono giocarsi la tappa in volata, se non altro per dare un senso a tutta l’acqua presa quest’oggi. Il tempo, fortunatamente, migliora negli ultimi chilometri di corsa, anche se non si direbbe dalle immagini. Ai meno 7,5 km il vantaggio è nell’ordine dei 25”: non è detta l’ultima. Gli Omega tirano a tutta in testa al gruppo per Cavendish, e riprendono i fuggitivi per il rotto della cuffia a meno di 1 km dall’arrivo. Il treno del campione britannico oggi è ancora una volta perfetto, e la volata è assolutamente senza storia. Modolo fa pesantemente a spallate con il pugile francese, Bouhanni, ed è costretto a smettere di pedalare. Cannonball è il re assoluto delle ruote veloci, 3 vittorie su 3, e tutti gli altri a mangiare la sua polvere. O gli schizzi del suo tubolare, a seconda delle condizioni meteo.
Giacomo Di Valerio
16 maggio 2013