6° tappa Giro d’Italia: re Cavendish mette di nuovo tutti in fila. Il ricordo di Wouter Weylandt
Mark Cavendish impera sul traguardo di Margherita di Savoia, nella 6° tappa del Giro d’Italia. Cannonball mette in fila Elia Viviani e Matthew Goss, in una tappa completamente pianeggiante, segnata in rosso da tutti i velocisti del gruppo. Curiosità del giorno: si è ritirato Ji Cheng, il primo cinese a pedalare la corsa rosa. Per lui sfuma il sogno di essere anche il primo cinese a portarla a termine. Ci riproverà sicuramente il prossimo anno. Glielo auguriamo.
I coraggiosi di giornata ad andare in fuga sono solamente due: Jack Bobridge (Bla) e Cameron Wurf (Can), già fuggitivo solitario per molti chilometri nella tappa di Napoli. L’australiano della Cannondale, a quanto pare, ama le imprese impossibili (per ordini di squadra, tra l’altro, non sarebbe dovuto andare in fuga). I due verranno ripresi ai meno 36 km dal traguardo. La tappa scorre tranquillamente sul litorale adriatico. Gli uomini di classifica, e non solo, possono godersi tranquillamente il paesaggio. Sembra una tappa fatta apposta per ricordare. Paolini ha il tempo di fermarsi a Giovinazzo per una variazione alla classica visita ai parenti. Ad aspettarlo c’è Paolo Bettini, suo grande amico, per ricordare Franco Ballerini, ex c.t. della nazionale italiana di ciclismo su strada, morto nel 2010, di casa nel piccolo comune in quel di Bari.
“108 WW always with us”. La sesta frazione del Giro sembra fatta appositamente per lasciarci il tempo di ricordare soprattutto Wouter Weylandt, morto esattamente due anni fa proprio sulle strade del Giro. Nel 2010 WW108, passista veloce, vinse la 3° tappa della corsa rosa. Nel 2011, purtroppo, nella discesa di Rapallo, sempre nella 3° tappa del Giro, Wouter Weylandt cadde rovinosamente in terra, battendo la testa. Nulla da fare, all’intervento tempestivo dei medici il ciclista belga era già incosciente. Wouter ha lasciato la compagna e un figlio in arrivo. Il numero 108, quello di Weylandt, è stato poi ritirato dal Giro. Quel numero rimarrà sempre sulle spalle di Wouter, in corsa nei nostri ricordi. Il 108, per le edizioni successive della corsa, è stato sostituito con il 100. Il caso ha voluto che nel 2012, Matthew Goss, numero 100 sulle spalle, ha vinto proprio la 3° tappa del Giro d’Italia.
In corsa, intanto, qualcuno si rilassa decisamente troppo, e si registrano svariate cadute. Ai meno 32 km dal traguardo, molti uomini del gruppo cadono in terra, creando una vera muraglia umana. Wiggins e i suoi compagni sono costretti a fermarsi, perdendo terreno. Il gruppo, fortunatamente, torna compatto in pochi chilometri.
Il finale. Arrivati negli ultimi chilometri di corsa, in testa al gruppo iniziano a susseguirsi i trenini dei vari velocisti. La Omega Pharma – QuickStep si mantiene coperta, lasciando i rivali a scannarsi per conquistare le posizioni migliori. La confusione regna sovrana, Degenkolb perde la ruota dei suoi compagni e nessun treno sembra in grado di poter prendere in mano la situazione. La squadra di Cavendish pedala in maniera perfetta, uscendo solo all’ultimo chilometro, al momento giusto per lanciare Cannonball verso il traguardo. E quando Cannonball si alza sui pedali non ce n’è per nessuno. Non c’è Viviani o Goss che al momento possano competere con lo sprinter inglese.
Nacer Bouhanni, invece, si piazza solo quarto, nonostante la grande volata. Il campione francese, al traguardo, sbatte furiosamente il pugno sul manubrio, per essere stato costretto ben due volte a rallentare lo sprint, per mano di Goss. Nel finale si registra anche una lite piuttosto accesa tra Gavazzi e Hunter, proprio con Bouhanni a controllare la situazione. Il francesino, tra l’altro, d’inverno si diletta con la boxe: c’è poco da scherzare. Cavendish, invece, sul podio alza al cielo il numero 108. Campione vero.
Giacomo Di Valerio
9 maggio 2013