Immenso Luca Paolini: vince la 3° tappa e si veste di rosa

Meglio non poteva andare per Luca Paolini, giovane esordiente della Katusha al Giro d’Italia. Il 36enne corridore italiano, curiosamente al suo primo Giro d’Italia, riesce a conquistare la terza frazione della corsa rosa, da Sorrento a Marina di Ascea, davanti a Cadel Evans e Ryder Hesjedal. Per lui, anche la soddisfazione di conquistare l’ambito simbolo del primato, sfilato a Puccio, attardato al traguardo. Maglia bianca per il nostro Fabio Aru, speranza del ciclismo tricolore.
Dopo i pronostici rispettati nelle prime due tappe, con la vittoria di Cavendish a Napoli, e della corazzata Sky nella cronosquadre di ieri a Ischia, anche oggi le cose, in un certo senso, non sono andate diversamente: ci si aspettava una frazione sorprendente, e così è stato. C’erano da affrontare due Gpm, quello di San Mauro Cilento (2° cat), e quello di Sella di Catona (3° cat). Poteva essere una frazione per velocisti bravi a resistere in salita, per fuggitivi astuti, per uomini alla Pozzato e alla Paolini, o per gli uomini di classifica.
La corsa è caratterizzata dalla fuga di 7 corridori: Fabio Taborre, Willem Wauters, Manuele Boaro, Jarlinson Pantano, Dirk Bellemakers, Jackson Rodriguez e Bert de Backer. Il gruppo pedala tranquillamente controllando i fuggitivi: nessuno dei big si scatena sul primo Gpm, conquistato da Wauters, mentre la Garmin di Hesjedal fa il diavolo a quattro sulla seconda salita di giornata, più pedalabile di San Mauro Cilento. Gli uomini di classifica, però, rimangono tutti insieme, anche quando Hesjedal prende in mano la corsa e scatta a 6 km dal Gpm. Il canadese viene ripreso sotto l’impulso dell’Astana, con Fabio Aru sugli scudi.
Finita la salita di Catona, inizia una lunga e difficile discesa in cui molti vanno per terra: cade Scarponi, per la rottura della catena, arrivando a 1’ da Paolini. Hesjedal prova a inventarsi di tutto (ci prova anche Agnoli), ma è Luca Paolini, ai 6 km dal traguardo, a lasciare la compagnia, scatenando tutta la sua euforia da esordiente non proprio alle prime armi. Risultato: vittoria di tappa con 16” sul gruppetto dei big, regolato da Cadel Evans e Ryder Hesjedal. Esultanza significativa: un dito sulla testa e uno sul cuore. Così si vince.
Per Paolini grande emozione e dedica commossa per il padre. Su twitter più di qualcuno si chiede come mai il giovane Luca abbia aspettato tanto per prendere parte a una corsa rosa. Verrebbe quasi da pensare che Luca Paolini si sia voluto riservare la gioia di una prima volta anche a tanti anni dal suo esordio, mostrando che l’entusiasmo non è solo una cosa da sbarbatelli. Stamattina l’aveva detto ai microfoni della Rai: “Un pensierino al sogno di tutti i ciclisti lo faccio.” Dopo l’arrivo: “Ho affrontato questa tappa come una classica.” Il pensierino non l’aveva fatto tanto piccolo.
Per chiudere, Pippo Pozzato, compagno di tante avventure e di tante prese in giro con Paolini, ha twittato: “Che dire? Contento come se a vincere e a indossare la maglia rosa fossi stato io.” I big, invece, hanno lanciato un messaggio importante: Hesjedal ce l’ha messa tutta, Nibali ha lanciato i suoi compagni (bravissimo Agnoli). Nessun pretendente alla vittoria finale ha voglia di aspettare le grandi salite. Potrebbe già essere troppo tardi.
Giacomo Di Valerio
6 maggio 2013