Il penultimo appuntamento di questa vibrante e appassionante stagione ci regala un finale di campionato più aperto che mai. La Formula 1 arriva per la prima volta in Arabia Saudita, su un circuito ricavato dalle strade del lungomare di Gedda, seconda città del paese. La gara è stata voluta fortemente dal Principe Ereditario Mohammed Bin Salman, in virtù anche dei cospicui finanziamenti e sponsorizzazioni che l’azienda petrolifera di stato, la Aramco, ha elargito nelle ultime due stagioni alla Formula 1. L’arrivo della massima espressione dello sport motoristico in un paese governato dittatorialmente da una monarchia ereditaria dove vige la sharia e dove il mancato rispetto dei diritti umani è stato più volte al centro di molteplici discussioni, ha generato molte polemiche. Le osservazioni critiche si sono moltiplicate anche in virtù del coinvolgimento diretto del principe ereditario nell’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, assassinato da esponenti dei servizi segreti su ordine dello stesso principe nel consolato saudita di Istanbul.
Il livello assunto dal dibattito e delle polemiche pre-gara è stato direttamente proporzionale alle polemiche successive al Gran Premio. Infatti, sul circuito di Gedda è accaduto di tutto. Durante le qualifiche Lewis Hamilton ha conquistato la pole position davanti al compagno Bottas mentre il leader del campionato Max Verstappen ènon è andato oltre il terzo tempo, complice una uscita di pista a muro durante l’ultimo tentativo che sembrava migliore di quello di Hamilton. L’olandese è scattato così al terzo posto al fianco della Ferrari di Leclerc.
Al via la partenza è regolare, Hamilton mantiene la posizione davanti al compagno e al rivale per il titolo. Perez ingaggia Leclerc ma il ferrista resiste. La gara prosegue apparentemente in maniera tranquilla fino al quattordicesimo giro del cinquanta previsti. Le Mercedes staccano leggermente Verstappen, più staccato è Leclerc seguito da Perez. In quel momento però la Haas di Mick Schumacher finisce a muro ed entra in azione la safety car. Le Mercedes e la Ferrari ne approfittano per cambiare le gomme mentre Verstappen resta fuori e sale in testa alla gara. E una prima posizione fittizia perché dovrà rientrare anche lui per il cambio gomme ma inaspettatamente la direzione gara espone la bandiera rossa. La gara è interrotta e tutte le vetture rientrano ai box. Come da regolamento, durante l’interruzione i piloti possono cambiare gli pneumatici e così Verstappen si ritrova in testa con una sosta “gratis”. L’interruzione ribalta così le carte in tavola: a scattare in testa per la nuova partenza sarà Verstappen, poi le due Mercedes, poi Ocon e Ricciardo rimasti fuori anche loro e avvantaggiatisi senza il cambio gomme, seguiti dalla Ferrari di Leclerc.
Al nuovo via Verstappen part male ed Hamilton balza in testa ma alla prima curva l’olandese tira la staccata al rivale, taglia la chicane e torna in testa mentre Ocon si infila tra i due contendenti. La manovra del pilota Red Bull causa un rallentamento, il quale crea un imbuto tra i muretti del circuito saudita. Così Leclerc si ritrova stretto tra Perez e il muretto, le due vetture si toccano e il messicano ha la peggio finendo in testacoda e a muro. A causa dell’incidente davanti a lui, Russell frena di colpo e viene centrato in pieno da Mazepin. La pista è un cimitero di detriti e rottami e per la seconda volta viene esposta la bandiera rossa. La gara è di nuovo interrotta. La manovra di Verstappen finisce sotto inchiesta e al pilota viene ordinato di cedere la posizione al rivale, il quale però ora è dietro a Ocon. A partire in pole è quindi clamorosamente il pilota francese seguito da Hamilton e Verstappen. All’ennesimo via i tre partono bene ma è l’olandese a balzare in testa dal terzo posto con una bellissima manovra in frenata. Dietro di lui c’è Ocon che rallenta Hamilton e il pilota della Red Bull ne approfitta per allungare ma la Mercedes in pochi giri ha ragione del francese e si riporta in caccia del rivale. I due danno tutto durante la lotta e al giro 36 Hamilton è in scia al rivale, lo affianca sul rettilineo del traguardo e sembra sorpassarlo ma di nuovo Verstappen allunga la frenata allargando la traiettoria e taglia di nuovo la chicane. Alla Mercedes sono furiosi e la direzione gara impone di nuovo alla Red Bull di restituire la posizione. E’ a questo punto che accade l’imprevedibile: Verstappen rallenta per cedere la posizione ma nel farlo si sposta più volte. I due non si capiscono e la Mercedes tampona la Red Bull. L’inglese ha la peggio ma è in grado di continuare, alla radio è furioso e accusa il rivale di aver frenato apposta. Al giro 42 l’olandese cede di nuovo la posizione ma alla curva successiva lo sorpassa di nuovo. In quel momento arriva la penalità: 5 secondi in più a Verstappen per il secondo taglio di chicane e al giro successivo l’inglese sorpassa definitivamente il rivale e dopo ulteriori sette giri va a vincere il gran premio. Lewis conquista anche il punto per il giro più veloce e così raggiunge in vetta il rivale a quota 361,5 punti mentre Bottas brucia sul traguardo Ocon per il podio.
Nel finale di gara entrambi i piloti si accusano a vicenda per la collisione in quello che è sembrato a tutti una incomprensione di traiettoria. Si deciderà tutto ad Abu Dhabi la prossima settimana in un clima di ulteriore tensione per le manovre che hanno avuto luogo oggi. Sarà campione del mondo chi finirà la gara davanti all’altro.
Ordine d’arrivo:
- Hamilton (Mercedes)
- Verstappen (Red Bull-Honda)
- Bottas (Mercedes)
- Ocon (Alpine Renault)
- Ricciardo (Mclaren-Mercedes)
- Gasly (AlphaTauri-Honda)
- Leclerc (Ferrari)
- Sainz (Ferrari)
- Giovinazzi (Alfa Romeo)
- Norris (Mclaren-Mercedes)
- Stroll (Aston Martin)
- Latifi (Wlliams)
- Alonso (Alpine Renault)
- Tsunoda (AlphaTauri-Honda)
- Raikkonen (Alfa Romeo)
- Vettel (Aston Martin) ritirato, incidente
- Perez (Red Bull-Honda) ritirato, incidente
- Mazepin (Haas) ritirato, incidente
- Russell (Williams) ritirato, incidente
- Schumacher (Haas) ritirato, incidente