Gp Turchia: Hamilton campione per la settima volta eguaglia Schumacher, l’inglese vince davanti a Perez e ad un grande Vettel

Dopo averlo dapprima eguagliato e poi superato per numero di gran premi vinti, domenica scorsa Lewis Hamilton ha eguagliato Michael Schumacher per numero di mondiali conquistati. Sette mondiali che Michael Schumacher aveva raggiunto a 35 anni di età, la stessa che Lewis Hamilton ha oggi. Il campione inglese ha trionfato a Istanbul in una gara segnata da una pioggia intensa e da un asfalto che è andato lentamente asciugandosi, mostrando a tutti ancora una volta le sue capacità sul bagnato in condizioni insidiose.
Durante le qualifiche la metropoli turca era stata oggetto di una intensa pioggia unita ad un recente riasfaltamento del manto stradale che ha reso il fondo estremamente poco gommato e con margini di aderenza molto bassi. Così la sessione di qualifiche aveva visto conquistare la pole position per la prima volta da parte del canadese Lance Stroll con la sua rosa Racing Point davanti a Max Verstappen, al compagno Perez e all’altra Red Bull di Albon. Hamilton non era andato al di là di un mesto sesto posto mentre il compagno Bottas naufragava in nona posizione e le Ferrari affondavano in undicesima e dodicesima con Vettel davanti a Leclerc.
Al via partono tutti in seconda con gomme da bagnato estremo e Stroll mantiene la posizione mentre Verstappen parte male e si pianta. Il caos arriva alla prima curva con Hamilton che tocca Ocon, il quale tocca Ricciardo che si gira in testacoda coinvolgendo anche Bottas. Dal caos bagnato della prima curva escono quindi in testa le due Racing Point di Stroll e Perez davanti a Hamilton ma chi ha compiuto il miracolo in partenza è Sebastian Vettel che dall’undicesima posizione emerge quarto alla prima curva. Il quarto posto diventa terzo quando approfitta di uno svarione fuoripista di Hamilton, il quale finisce risucchiato anche dalle due Red Bull di Verstappen e Albon. Alla fine del primo giro l’ordine quindi è: Stroll, Perez, Vettel, Verstappen, Albon ed Hamilton. Le posizioni rimangono invariate per circa 15 giri quando Verstappen riesce a passare Vettel, seguito subito dopo da Albon. La Ferrari sembra in difficoltà con le gomme ed entra nel mirino di Hamilton. Tuttavia il crollo non avviene e il tedesco riesce a difendersi dall’inglese senza concedere errori e mettendo in mostra una guida sopraffina del Seb dei tempi migliori. Hamilton ne ha chiaramente di più ma non riesce a passare. Più avanti intanto Verstappen prende la scia di Perez ma la foga è eccessiva e nel tentativo di sorpasso si gira su un cordolo con un doppio testacoda. L’olandese così finisce sorpassato dal compagno e dal duo in lotta Vettel-Hamilton e ne approfitta per anticipare il pit stop. Intanto dietro Leclerc rimonta posizioni su posizioni e si stabilizza al nono posto. Durante la prima sosta ai box tutti sono passati agli pneumatici intermedi e le prime posizioni rimangono inalterate fino alla seconda tornata di sosta ai box in seguito al quale Vettel perde la posizione su Hamilton per un problema di fissaggio all’anteriore destra mentre Albon perde il terzo posto dopo un rovinoso testacoda. E’ qui che Hamilton getta le basi per la vittoria: nonostante i pneumatici deteriorati decide di non effettuare il secondo pit stop e di proseguire con una sola sosta, oltre a lui anche Perez decide di adottare la stessa tattica. Il leader fino a quel momento Stroll decide di fermarsi e da lì in poi crollerà definitivamente fino al nono posto finale. Perez è leader ma nel frattempo Hamilton ha colmato il distacco, complice il testacoda di Albon e la sfortunata sosta di Vettel che gli fanno guadagnare due posizioni. Al giro 37 l’inglese supera il messicano e si porta in testa. Intanto Leclerc ha rimontato e al giro 38 sorpassa Verstappen e subito dopo Vettel. Perez ha le gomme consumate quanto Hamilton ed entra nel mirino di Leclerc che ha gomme più fresche. Hamilton tiene la leadership guidando sulle uova per preservare le gomme ormai andate, è un grosso rischio ma Lewis decide di continuare. L’ordine a pochi giri dalla fine è il seguente: Hamilton, Perez, Leclerc e Vettel nelle prime posizioni. Leclerc è ormai in scia a Perez e lo supera alla curva nove nello stesso momento in cui Hamilton taglia il traguardo da vincitore, laureandosi matematicamente campione del mondo per la settima volta, andando ad eguagliare Michael Schumacher. Ormai mancano pochi metri e Perez riprende la scia di Leclerc che cerca di resistere tirando la staccata alla penultima curva ma blocca le ruote e finisce lungo, perdendo la posizione su Perez e anche sul compagno Vettel. Perez taglia il traguardo secondo con gomme ormai alla frutta mentre sul gradino più basso del podio per la prima volta quest’anno ci va un grande Sebastian Vettel nell’ultima annata di addio alla Ferrari. Leclerc chiude quarto davanti a Sainz mentre Lewis Hamilton festeggia l’agognato traguardo agonistico. La strategia ad una sosta ha pagato ma senza uno stile di guida sopraffino come il suo non sarebbe servito a niente. Lewis ha vinto con assoluto merito domenica scorsa e certe strategie rischiose così come quella di Perez, altro manico dal guanto di velluto con le gomme insieme a Vettel, penalizzato da uno sfortunato pit stop, puoi permettertele solo con chi ha uno stile di guida una spanna sopra gli altri.
Ordine d’arrivo:
- Hamilton (Mercedes)
- Perez (Racing Point-Mercedes)
- Vettel (Ferrari)
- Leclerc (Ferrari)
- Sainz (Mclaren-Renault)
- Verstappen (Red Bull-Honda)
- Albon (Red Bull-Honda)
- Norris (Mclaren-Renault)
- Stroll (Racing Point-Mercedes)
- Ricciardo (Renault)
- Ocon (Renault)
- Kvyat (AlphaTauri-Honda)
- Gasly (AlphaTauri-Honda)
- Bottas (Mercedes)
- Raikkonen (Alfa Romeo Sauber)
- Russell (Wlliams-Mercedes)
- Magnussen (Haas) ritirato, dado ruota
- Grosjean (Haas) ritirato, danni incidente
- Latifi (Williams-Mercedes), danni incidente
- Giovinazzi (Alfa Romeo Sauber) ritirato, cambio