2021: quali prospettive per il ritorno di Alonso?

Nel corso dello scorso mese di maggio la scuderia Renault ha annunciato il ritorno di Fernando Alonso in Formula 1 dopo tre anni di assenza. Il campione spagnolo ha firmato con la squadra francese un contratto di due anni per le stagioni 2021 e 2022 e si tratterà del secondo ritorno per l’asturiano con la squadra con la quale si è laureato Campione del Mondo nelle stagioni 2005 e 2006. Infatti l’anno successivo Fernando passò alla Mclaren ma la coabitazione con Lewis Hamilton fu un vero e proprio disastro tanto che decise di tornare con la squadra francese nel 2008 e 2009. Poi gli anni in Ferrari e il ritorno in una Mclaren ormai orfana di Hamilton e dei motori Mercedes fino al ritiro dalla massima formula alla fine del 2018.
La scuderia di Enstone è stata l’unica occasione in cui il campione Oviedo è riuscito a creare attorno a sé un ambiente di assoluto affiatamento rispetto alla discreta esperienza in Ferrari e a quella molto più travagliata in Mclaren. Ai tempi dei trionfi nel biennio 2005 e 2006 Fernando aveva sviluppato un’intesa quasi perfetta con il team principal dell’epoca, Flavio Briatore, con gli ingegneri e i motoristi della casa francese. Un ambiente in cui mai è stato messo in ombra da nessun compagno di scuderia, molto probabilmente scelto al momento per non oscurarlo e per costruire una squadra vincente intorno ad un grande campione. Questi precedenti potrebbero costituire un ottimo auspicio sul ritorno per il 2021. Addirittura la casa francese ha deciso di adottare un nuovo nome per la prossima stagione, quello di Alpine Renault, a voler sottolineare il legame della casa della losanga con le sue declinazioni più sportive. Alpine è il nome delle vetture della casa che negli anni settanta vincevano i rally e nel 2017 è stata presentata una nuova sportiva stradale che adotta di nuovo lo storico nome. Una operazione di marketing quella del cambio di nome che si sposa perfettamente con il ritorno di un asso del calibro dello spagnolo. Rimane opportuno tuttavia essere obiettivi
I pro
Uno dei vantaggi per la prossima stagione è che la scuderia disporrà delle competenze e della classe di un pilota di assoluto rilevo per far crescere la squadra e sviluppare la vettura. La Renault è tornata a gestire un team tutto suo nel 2016 e dallo scorso anno ha interrotto la fornitura di motori alla Red Bull, passata ai motori Honda. Nel 2021 interromperà la fornitura anche alla Mclaren, la quale tornerà ai propulsori Mercedes-Benz. Il team quindi sarà libero di concentrare tutti i suoi sviluppi sulla propria squadra. Il ritorno nel 2016 ha visto il team progredire molto lentamente nelle stagioni 2017 e 2018 fino ad un inaspettato passo indietro nel 2019. Questo imprevisto ha portato l’attuale prima guida, Daniel Ricciardo, a lasciare la squadra per passare alla Mclaren mentre l’attuale 2020 si sta rivelando un’annata abbastanza positiva dato che attualmente la Renault è davanti alla Ferrari nella classifica costruttori al quinto posto. L’esperienza di Fernando Alonso potrà quindi costituire un enorme vantaggio per aumentare la competitività, far crescere e maturare il compagno Esteban Ocon e puntare ad una stabile presenza sul podio. Oltre a tutto ciò rivedere in pista un asso del calibro dello spagnolo insieme a Lewis Hamilton e alle giovani leve Leclerc e Verstappen susciterà una grande emozione nei tifosi e negli addetti ai lavori.
I contro
Il dubbio principale sul rientro è costituito sulla competitività della Renault. L’attuale stagione sta andando bene ma il team francese ha fatto un passo falso nella scorsa stagione, mostrando un calo di rendimento in controtendenza con le aspettative di crescita. Non è dato sapere se l’anno prossimo sarà un salto nel buio oppure un’annata di ulteriore crescendo ma se le monoposto saranno le stesse di quest’anno il dubbio potrebbe anche essere mal riposto. Il punto è che se anche la competitività dovesse migliorare quale sarebbe obiettivo realistico? Dal 2016 la Renault non è mai andata sul podio ed ha avuto come miglior risultato diversi quarti posti, quindi sarebbe lecito attendersi qualche presenza sporadica, di certo non eventuali duelli all’ultima staccata con la Mercedes di Hamilton o un assalto al titolo mondiale. Qui entra quindi in gioco il fattore età: Alonso ha due anni di contratto e nel 2021 compirà 40 anni, un’età che pochissimi dei piloti recenti hanno raggiunto gareggiando in pista tranne Nigel Mansell, Michael Schumacher e l’attuale decano Kimi Raikkonen. I primi due hanno gareggiato a quell’età dopo essere tornati in Formula 1 a seguito di un ritiro negli anni precedenti mentre il finlandese è l’unico ad averla raggiunta senza interruzioni dato che il suo ritorno in Formula 1 avvenne ad un’età relativamente giovane, 32 anni, dopo aver smesso temporaneamente attorno ai 30. Certo, il caso del finlandese che si inventa i mostri con la modesta Alfa Romeo dimostrano che se la classe è intatta l’età passa in secondo piano, così come fu per Nigel Mansell che vinse la sua ultima gara a 41 anni ma Michael Schumacher invece incontrò enormi difficoltà. E’ vero che la Mercedes del tedesco di allora era una vettura mediocre e di certo non competitiva ma il sette volte campione del mondo trovò estremamente difficile anche fare meglio del suo compagno Nico Rosberg, il quale riusciva ad ottenere risultati migliori. Inoltre la questione dell’età pone anche un limite sulle prospettive future della Renault. Se Alonso si dimostrasse più che competitivo come ci auguriamo, tuttavia quanto potrebbe andare avanti ancora oltre ai due anni di contratto? Se dovesse smettere poniamo nel 2023 la squadra sarà riuscita per quell’anno a tornare a vincere?
Insomma i dubbi ci sono e non sono pochi, oltre al fatto che la Renault di oggi non è più quella di un tempo. Briatore non c’è più, il team è passato in mano ad altri proprietari prima di tornare nuovamente alla casa madre e gran parte del personale degli anni d’oro ha preso la via di altre squadre. Alonso ritroverà il capo degli ingegneri, Alan Permane, presenza fissa nel team che di certo lo aiuterà nel lavoro di messa a punto e nella comunicazione con gli altri ingegneri ma anche la direzione manageriale è cambiata. Carlos Ghosn non c’è più e al tempo era uno dei maggiori sostenitori del binomio Alonso-Briatore. Ora c’è Luca De Meo, giovane leva di Marchionne ai tempi della Fiat, poi passato in Volkswagen dove si è occupato principalmente di Seat ed è da poco approdato alla guida di Renault. Viene da una vastissima esperienza e nel mondo dell’automotive si è rivelato estremamente competente ma è bene sempre dire che la Formula 1 è un’altra cosa e non un’equazione matematica.