Il fascino del brutalismo in urbanistica

Nata negli anni ’50 nel Regno Unito, il brutalismo prende il nome dal “béton brut”, ovvero cemento grezzo, che viene utilizzato a vista negli edifici appartenenti alla categoria.
L’ideatore, l’architetto svizzero Le Corbusier, ha gettato con le sue teorie le fondamenta di questo movimento architettonico; grezzo, ruvido, trasparente nel comunicare, nella semplicità dei suoi materiali, la sua essenza puramente funzionale: il calcestruzzo, infatti, elogia nella sua semplicità la chiarezza e la forma massiccia delle strutture così realizzate.
Il progetto che incarna tutta l’estetica del brutalismo è l’Unité d’Habitation di Le Corbusier, inaugurato a Marsiglia nel 1952, ritroviamo tra i versi dei suoi testi la citazione:”L’architecture, c’est, avec des matières brutes, établir des rapports émouvants”, ovvero L’architettura è, con materiali grezzi, stabilire rapporti
emozionanti.
La rudezza del suo materiale cardine, il cemento, fornisce all’estetica di questa corrente architettonica anche un valore ideologico: l’economicità del materiale rispondeva alla necessità sociale del dopoguerra, la semplicità che ne deriva si congiunge quindi con uno stile di progettazione che aveva il compito di risaltare l’essenza funzionale delle concezioni spaziali.
Diffuso in tutto il mondo, in particolare modo nelle zone legate all’edilizia sociale, si è rivelato utile anche per la realizzazione di molte infrastrutture governative.
Questo stile, che nell’immaginario collettivo è sempre stato considerato adatto alle periferie, grazie all’idea di solidità e pesantezza che facilmente trasmette, è stato recentemente riscoperto anche ad uso design “di lusso”.
Oggi, dopo che è stato bramosamente conservato da una nicchia di intellettuali e architetti, rappresenta un connubio tra estetica e avanguardia.
Se una critica recente muoveva accuse riguarda l’oppressività e lo scarso senso di accoglienza, gli edifici inseriti in contesti urbani spesso facevano fatica ad armonizzarsi con quelli circostanti preesistenti, tuttavia alcuni suoi sostenitori ne esaltano la monumentalità d’impatto.
Il brutalismo ed i suoi edifici non sono tuttavia così “solidi” e privi della necessità di manutenzione come si può pensare, il cemento ed il calcestruzzo sono nemici delle infiltrazioni d’acqua e, già in questi soli 70 anni di storia, hanno mostrato forti segni di deterioramento per colpa degli alti livelli di C02 e agenti inquinanti, di cui i centri urbani sono molto densi.