Aperitivo in Concerto: ospite l’eleganza jazzista con Aaaron Parks Trio al Manzoni

È l’ennesimo appuntamento della stagione dell’Aperitivo in Concerto del Teatro Manzoni, a Milano, che non fa a meno dei suoni eleganti e raffinati dei talenti emergenti più apprezzati dalla critica, oggigiorno.
Dunque, non rinuncia all’originalità, il Teatro Manzoni, che sul suo palcoscenico ospita sempre grandi artisti del calibro di Aaron Parks. E ieri si è presentato per la prima volta a Milano, proprio lui, accompagnato da Anders Christensen al contrabbasso e da RJ Miller alla batteria; insieme per l’ “Aaron Parks trio”.
Al centro dell’elegantissima esibizione di ieri, l’applauditissimo lavoro solistico «Arborescence», il primo album inciso per la mitica etichetta tedesca ECM, concentrato di lirismo e dinamicità. «Con questo lavoro in solitudine Parks esprime la sua sensibilità più intima e raffinata», ha scritto Vincenzo Roggero per Allaboutjazz Italian. «In una parsimonia di note che ne amplifica il valore specifico, emerge l’amore per la musica colta del Novecento con echi di romanticismo e più di un riferimento alla corrente minimalista».
Aaron Parks, giovane musicista (trent’anni), ma già pluripremiato, è definito dalla critica musicale tra i più affascinanti e profondi talenti pianistici ad emergere in tempi recenti dalla scena improvvisativa. La melodia e la ricerca di atmosfere intimistiche sono gli ingredienti base per il menu musicale che ci propone il pianista di Seattle. Ciò che lo distingue dagli altri artisti è senza dubbio la fantasia improvvisativa e il calore interpretativo, grazie al quale Aaron sin ha impressionato milioni di spettatori. Dopo aver costruito la sua formazione musicale alla «Manhattan School of Music», – fu allievo del grande Kenny Barron , il quale lo definì un “pianista magico”, ha inciso una manciata di album a proprio nome per la Keynote Records e qualche anno fa è stato pure nominato «Cole Porter Fellow» dalla «American Pianists Association». La sua partecipazione al quintetto del grande trombettista Terence Blanchard è l’esperienza che, però, lo ha aiuto a farlo emergere con prepotenza sulla scena internazionale. Archiviata l’esperienza con Blanchard, ha poi collaborato, tra gli altri, con jazzisti (affermati ed emergenti) del calibro Joshua Redman, Kurt Rosenwinkel, Christian Scott, Gretchen Parlato, Ambrose Akinmusire, Kendrick Scott e Mike Moreno. Parks descrive la sua musica come una «narrativa che ha come unica chiave di accesso la musica stessa» .
Al Manzoni Parks si è presentato con il trio, privilegiando atmosfere meno rarefatte rispetto ai suoi lavori in solo. Infatti, ad accompagnare i suoi suoni jazz c’erano Anders Christensen e RJ Miller, strumentisti che senza dubbi assecondano il leader nell’interpretare le sue distese composizioni, ma, contemporaneamente, cercando passaggi in cui l’interplay del gruppo è protagonista. Il pianista cita a piene mani il folk europeo e le ballate popolari americane e inglesi e nello stesso concerto può sorprendere con improvvisi cambi di tempo ed atmosfera, così come ieri ha sorpreso il pubblico milanese, alternando momenti di totale originalità ad attimi in cui il suono rilassante del piano traghettava gli spettatori verso una realtà sognante.
Il prossimo entusiasmante spettacolo sarà domenica Domenica 17 Novembre 2013, ore 11.00 con un gruppo di giganti del Jazz che incontrano la voce di uno straordinario poeta: THE WILLIAM PARKER QUARTET Feat. Poet DAVID BUDBILL.
Sonia Carrera
11 novembre 2013