Stagione di concerti: si torna alla normalità?

È iniziata la cosiddetta “bella stagione”, quella delle lunghe file in coda ad un concerto. O, se preferite, quella delle tende, se i concerti sono più d’uno. L’estate 2022 si preannuncia il vero ritorno alla normalità post Covid, dopo le varie limitazioni che hanno tagliato le gambe al mondo della musica negli ultimi due anni. Quello che ci si chiede, però, quella domanda continua e sempre latente è: siamo veramente tornati alla normalità? Potremmo tornare a fruire “come una volta” dei concerti? Un banco di prova sarà sicuramente l’estate che verrà.
I festival confermati
La prima, buona notizia è che sono stati confermati tutti i più importanti festival in giro per l’Italia: dalle location suggestive come il Circo Massimo e la Cavea per il Rock In Roma, ai vari ippodromi come quello del Visarno (Firenze) e San Siro (Milano). Da non sottovalutare assolutamente anche il Ferrara sotto le stelle, o Acieloaperto a Cesena con un’Arlo Parks super headliner. L’estate 2022 in musica sarà veramente particolare: si fonderanno, infatti, sul palco artisti che hanno pubblicato il loro album in piena pandemia (e soltanto quest’estate riusciranno a portarlo dal vivo e farlo sentire live al grande pubblico per la prima volta) e altri che, invece, hanno fatto da poco uscire la loro ultima fatica. Uno degli artisti più ibridi in questo senso è sicuramente Willie Peyote, il quale ha rimandato per ben tre volte il suo tour Iodegradabile, inizialmente previsto in programma per marzo 2020 e da maggio sarà in giro per i vari club italiani con la presentazione del suo album nuovo (che si estenderà poi in estate per le varie location all’aperto dello Stivale). I concerti di quest’ultimo (un esempio tra i tanti) si preannunciano belli, lunghi e corposi.

Concerti sì, ma come una volta?
Ma quello che più ci preme dire e a cui non sappiamo dare con certezza una risposta esaustiva è se questi concerti 2022 con il ritorno al 100% della capienza all’aperto possano legittimamente significare un ritorno alla normalità, per un settore ormai fiaccato e affaticato dai problemi della pandemia. Non solo artisti, per due anni c’è stato un evidente rischio concreto di perdita del lavoro per tantissime persone: l’iniziativa La musica che gira e Bauli in piazza hanno affermato con decisione questa idea qui. Il collettivo ha stimato l’impatto economico che il covid non solo ha avuto sugli artisti, ma soprattutto quello che è ricaduto sui tecnici di tutto il mondo dello spettacolo. Chiara Chiappa, presidente della fondazione centro studi Doc ha affermato: “La dispersione professionale senza precedenti che sta vivendo il settore dello spettacolo è che è descritta nella ricerca deve essere un segnale d’allarme ma che va assolutamente colto per evitare quello che sarebbe l’imperdonabile impoverimento del nostro paese per la perdita di un patrimonio artistico e umano unico che ha fatto grande il nostro Paese e l’Europa.”

Perché quest’anno è importante tornare a guardare concerti
Quindi tornare quest’anno ad un concerto, per noi, significa dovere etico, morale, civile. Per aiutare un settore in difficoltà, che significa dare un chiaro, evidente e tangibile aiuto a chi ne ha davvero bisogno, ossia i cosiddetti “invisibili del mondo dello spettacolo”. Infatti, senza un sistema adeguato di tutele e sostegni si perdono lavoratrici e lavoratori indispensabili. I risultati mostrano che la crisi legata al Covid non ha fatto altro che esacerbare le pregresse condizioni di fragilità dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo. Tra le esigenze principali, dai questionari della fondazione centro studi Doc sono emerse: la questione dei compensi (servono pagamenti certi e puntuali e compensi adeguati alla mansione), l’accesso alle protezioni sociali, la continuità del lavoro. Questi dati confermano, se ancora dovesse essercene bisogno, quanto sia vitale una riforma e, in particolare, l’indennità di discontinuità che proprio nei prossimi giorni sarà oggetto di un voto importantissimo. Senza questo provvedimento le perdite di personale tecnico continueranno a pesare su un settore già in estrema difficoltà. Quindi, per quest’estate, regaliamoci (almeno) un concerto: che sia a Romano d’Ezzelino per l’AMA Music Festival che vede in cartellone gli stupendi Nothing But Thieves o il particolare WeReading Fest in giro per la Romagna, poco conta: l’importante è far sì che questo settore, il mondo dello spettacolo e la cultura che da esso ne deriva non si arresti, ma divenga anzi fonte primaria di arricchimento per un Paese che nella cultura dei concerti dovrebbe investire non solo in termini economici ma anche mentali e di cuore.
Perché un concerto, è per sempre.