Sei come Bergamo: i migliori complimenti dei PTN

“Forse non te l’ho mai detto, ma tu
per me sei come Bergamo.
So che potrebbe farti ridere, ma
migliori complimenti non ne ho”
Inizia così una delle più belle canzoni dei Pinguini Tattici Nucleari, contenuta in Fuori dall’Hype – Ringo Starr (2020), “espansione” del precedente Fuori dall’Hype di un anno prima.
Una canzone d’amore, certo, ma profondamente legata a quella che è la provincia nella quale i Pinguini sono nati, cresciuti e si sono musicalmente formati: Milano.
No, ovviamente scherzo, si sta parlando chiaramente di Bergamo, una città dall’impatto visivo incredibile in cui la dicotomia tra vecchio e nuovo non solo è estremamente evidente e separata, ma viene soprattutto così preservata da anni.
Percorrerti di notte come fossi un’autostrada
Uno dei versi che mi ha più colpito quando ho ascoltato la prima volta questa canzone, è stato senza dubbio questo.
Se in un primo momento non mi è sembrata una cosa particolarmente carina comparare una persona a un’autostrada, è stato solo quando ho visitato Bergamo (e zone limitrofe) che ho capito davvero l’importanza del concetto di “autostrada”, in particolare per il territorio pedemontano.
L’alta pianura, qui, lascia spazio agli ultimi colli delle prealpi, tra due fiumi di una certa rilevanza, che contribuiscono a rendere tutto molto più umido 365 giorni all’anno.

Ma la principale motivazione per cui l’idea di strada come collegamento (nello specifico l’autostrada) sia così importante e sentita, qui, è verosimilmente legata alla conformazione di Bergamo Alta e alle sue mura venete, patrimonio UNESCO, ad oggi quasi completamente intatte, messe in piedi per renderla una fortezza praticamente inespugnabile.
L’autostrada è quindi per tutta la provincia un luogo importante per arrivare in città (o per andare via): la viabilità bergamasca, infatti, soprattutto nella zona bassa (più moderna, anche se di origini antiche), è davvero invidiabile.
Il peso di un accento troppo spiccato
Se conoscete o avete mai sentito parlare un bergamasco, pota!, sapete a cosa mi riferisco.
Il dialetto bergamasco è completamente diverso da quello milanese e della zona occidentale della Lombardia, sia per cadenza che per musicalità, sia per fonetica che per “regole” grammaticali.
È verosimilmente proprio per questo che Zanotti continua cantando: «che non ti toglierà di certo l’Università fatta a Milano». La musicalità del dialetto bergamasco è davvero molto forte e resta appiccicata tra le parole anche se l’interlocutore parla in italiano. Questo succede perché non è per forza il dialetto ad essere fortemente sentito, ma è quel certo tipo di cadenza e inflessione, per lo più riconoscibilissima.
Ti porto in centro e forse capirai
«… che cosa intendo quando ti dico che sei bella come casa mia».
Forse, la frase più forte di tutta la canzone. Non solo perché il “centro” di Bergamo è spettacolare (e in più punti si gode di una vista ancora più incredibile), ma anche perché declina una dichiarazione d’amore in più modi.
Non è più solamente un comparare la persona amata a Bergamo, è un fare di Bergamo quella persona, una casa, appunto, e portare quella stessa persona a conoscere la parte più intima di noi, quella che ci lega alle nostre radici, ai posti in cui siamo cresciuti e che ci hanno rapito e emozionato.
Una ballad, se vogliamo definirla così, di una potenza davvero inaudita e che, per le vie del centro, non può non risuonare in testa praticamente di continuo, grazie a quel tratto malinconico e (azzarderei) pinguiniano che i ragazzi hanno assorbito dalla città stessa.
Bergamo ha vissuto probabilmente il peggio di questa pandemia. Ci ricordiamo tutti l’immagine che ha scosso l’Italia per molto tempo: una fila di camion militari che portavano via i corpi delle persone decedute.

Vederla a fine estate, piena di turisti e studenti che tornano in sede, seppur con mascherine e distanziamento, è stato davvero un momento emozionante.
Perché è una città che ha del magico, e questo le va debitamente riconosciuto.