Sacramento. Un coast to coast immaginario dalla Sicilia alla California

G. è il nuovo singolo di Sacramento, un progetto musicale targato Stefano Fileti. Dal Lido Sacramento della costa siciliana vicino Siracusa alla nota Sacramento della costa californiana, un viaggio tra le sonorità lo-fi in cui la musica dà conforto e sicurezza. Il brano può suonare come un addio o forse solo come una buonanotte, è una ballata nostalgica dedicata a un’amica che non c’è più, un caldo cuscino su cui poggiare la testa prima di immergersi nella realtà onirica.
Sacramento è la creatura sonora di un ragazzo siciliano attratto dalla gemella West Coast americana. Ricco di richiami alle sonorità tipiche degli anni ’80, con un accenno di chillwave e suoni caratteristici del panorama indie pop lo-fi internazionale, il progetto da solista di Stefano Fileti richiama maestri del genere come Homeshake, Ariel Pink, Connan Mockasin e Mac DeMarco, ma anche colonne come Frank Sinatra. È un mondo suggestivo e visionario, in cui si mescolano a pieno uno sfondo malinconico e l’anima ironica e sarcastica di Sacramento. L’abbiamo intervistato.
Ciao, Stefano! Iniziamo subito dal nome particolare. Chi è Sacramento?
Ciao! Sacramento è il simbolo del legame intimo con la mia amata e natia Siracusa. Lì c’è l’ormai dismesso Lido Sacramento, un tratto di costa in cui prima c’era un bagno attrezzato, luogo di relax e di divertimento. Oggi è un posto di passaggio, un tratto di costa che sento casa. Questo crea un naturale collegamento con la West Coast americana, con Sacramento, la capitale della California. È un legame spontaneo con le mie passioni, i miei ascolti musicali che si rifanno a quella realtà, è la fonte di ispirazione che più mi influenza nelle sonorità.
Parlaci di G. Come definiresti il pezzo?
È un brano un po’ cozy, ovvero accogliente e ospitale. G. è un posto dove ti senti a casa e riesci a godere a pieno di un caldo familiare quando intorno a te c’è solo il freddo rigido. Il pezzo è un luogo in cui ti senti al sicuro e rilassato. Al contrario degli altri lavori, il testo di G. non è scritto da me, ma da una carissima amica americana che ha voluto dedicare il brano a una persona cara che non c’è più. È intenso e intimo, l’unione delle sue parole con la mia musica ha generato una ballata calda e nostalgica.
Pensi di pubblicare un videoclip ufficiale di G.?
Non credo, in realtà. È un brano troppo delicato e non si accorda al mio approccio ironico e canzonatorio. Nel frattempo, però, ha realizzato un video una youtuber brasiliana, i’m cyborg but that’s ok, un edit davvero interessante che abbiamo apprezzato e condiviso. Poi c’è online anche il mio personale video karaoke, che mette in luce la solita ilarità alla Sacramento.
Qualche anticipazione sui progetti futuri…
Sì, a inizio anno uscirà un altro singolo, che scalpita in attesa di essere ascoltato. Sto inoltre lavorando a un album e ho diversi brani in cantiere da sistemare e pubblicare prima dell’estate prossima. Solitamente preferisco rendere noti i pezzi l’uno dopo l’altro singolarmente e dare il giusto tempo per apprezzarli, ma pubblicherò ugualmente il disco, sperando di non rendere dispersivo il progetto e di riuscire a valorizzare a pieno ogni traccia.