Moonlogue. In viaggio con Estéban tra fantasy e fantascienza

Band elettronica e sperimentale nata a Torino, i Moonlongue sono Mattia Calcatelli, Lorenzo Riccardino, Federico Mao ed Edoardo Campo. Legati strettamente all’attualità, i loro brani sognano e raccontano una storia, quella di Estéban, il protagonista di Sail Under Nadir, il disco d’esordio dei Moonlogue. L’astronauta Estéban è il destinatario di un segnale extraterrestre e, incuriosito, si pone alla ricerca della fonte del messaggio, vagando di pianeta in pianeta e cercando di captare informazioni.
Arriva la rivelazione: il pianeta in pericolo è la Terra, il collasso è vicino e bisogna provvedere al più presto a salvarlo. Questo è Estéban, il primo singolo estratto dal disco, l’inizio del viaggio, a cavallo tra realtà e finzione, tra fantasia e fantascienza. L’astronauta è in cammino verso l’ignoto e i Moonlogue raccontano questo percorso con la loro musica.
Ciao, ragazzi! Iniziamo da Sail Under Nadir. Parlateci dell’album.
Il disco è nato dopo un percorso di gestazione abbastanza lungo. Noi ci conosciamo già da anni e, grazie agli interessi musicali comuni, abbiamo deciso di intraprendere questo progetto insieme. L’album è nato dai pezzi, per poi sviluppare l’idea di creare un collegamento tra loro, con al centro il viaggio di Estéban, il protagonista. Sail Under Nadir è frutto del nostro lavoro personale, per la produzione abbiamo scelto di non cercare un’etichetta, con l’intento di creare un progetto indipendente e sperimentale, che ci rappresentasse a 360°.
La prima volta insieme sul palco?
La nostra prima volta è stata un secret show a San Pietro in Vincoli. Abbiamo pensato di fare questa prova aperta al pubblico con l’intento di far ascoltare cinque pezzi e avere un riscontro. Poi abbiamo organizzato una data a Londra e la scorsa settimana abbiamo suonato al _resetfestival a Torino.
Qual è l’album che avreste voluto incidere?
Sognando in grande, ti diciamo un paio di dischi a noi molto cari. Avremmo voluto sicuramente far parte del progetto di American Idiot dei Green Day e di OK Computer dei Radiohead. America Idiot ha un’idea di concept album che si avvicina alla nostra, c’è una storia, un percorso e un concetto estetico. OK Computer è un must, un album che ci ha formato e che avremmo sicuramente voluto incidere, sarebbe stato fantastico. Pensando a oggi, invece, ti diciamo DIE di Iosonouncane, un album che ha un’idea di concept sempre simile alla nostra.

Immaginate un feat…
Un artista che attualmente ci sta appassionando in modo particolare è Apparat. La sua concezione di elettronica ci affascina e ci piacerebbe davvero poter avere la possibilità di collaborare con lui. Poi, ti diciamo ovviamente Iosonouncane, ma anche i Calibro, in primis il chitarrista Massimo Martellotta, che apprezziamo particolarmente per il lavoro incredibile di synth ed elettronica. Infine, ma non per ultimi, i Battles, grandi del panorama sperimentale. Abbiamo tanti sogni, piano piano speriamo di realizzarli.
Qualche anticipazione sui progetti futuri?
Certo! Abbiamo in cantiere l’uscita di un disco che sarà una raccolta di remix dei nostri brani, nato dalla collaborazione con alcuni amici. È interessante sentire il punto di vista di un altro artista sul nostro lavoro, cercando di dare una nuova veste ai pezzi, unendo la sua visione alla nostra. Inoltre, cercheremo di far conoscere sempre in maniera più capillare i brani di Sail Under Nadir, sperando di poter ricominciare a organizzare parecchi live, covid permettendo.