Insonia rosa. Affogare con stile “Nel momento del bisogno”

Il protagonista dell’intervista di oggi è il duo brianzolo Insonia rosa, formato da Sonia Rosa e Massimo Lucia. Anticipato dal pezzo WWW come 666, il 21 giugno è uscito Nel momento del bisogno, il loro nuovo EP, in cui il cantautorato si unisce all’indie pop, in un collage di influenze e atmosfere anche elettroniche, un genere non catalogato e aperto alla continua ricerca.
Critica sociale, descrizione di attimi personali che diventano universali, ironia e sperimentazione, questi gli ingredienti del duo brianzolo, due cantautori che hanno intrecciato le loro vite e la loro musica dando alla luce un disco che è lo specchio della realtà che ci circonda. Nel momento del bisogno è prodotto da Fabio Moretti (produttore, autore e chitarrista di molti artisti tra cui Tony Hadley, Roberto Vecchioni, Gianni Morandi). Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Sonia e Massimo; ecco la nostra intervista.
Iniziamo subito da Nel momento del bisogno, un disco che ci fa “affogare con stile”…
Sì, riuscire ad affogare con stile nell’album consente di immergersi a pieno nella nostra musica. Il disco è nato piano piano, seguendo un processo lento e ricco di studio. Le idee sono diventate realtà grazie al lavoro compiuto in sinergia con il nostro produttore, è stata una cosa molto graduale, un progetto che si è costituito pezzo dopo pezzo come in un puzzle. Nel momento del bisogno è un disco sovversivo, nostalgico e magico.

Cito WWW come 666, “La Brianza la mia Broadway”. È stato difficile muovere i primi passi nel panorama musicale brianzolo? È un palcoscenico che offre opportunità?
Purtroppo no, quello brianzolo è un palcoscenico abbastanza chiuso dal punto di vista musicale. Gran parte del territorio italiano in realtà offre ben poche opportunità per i cantautori. Ci vogliono passione e costanza per riuscire a trovare la propria strada e imboccare il percorso giusto. Noi abbiamo uno stile non così comune e non catalogabile in un genere soltanto, non siamo né troppo indie né troppo pop, la nostra musica è l’espressione di tutte le sfaccettature insite in noi. La ricerca è alla base del nostro lavoro.
Nei vostri testi è presente anche una matrice sociale, i brani sono lo specchio dei cambiamenti del mondo che ci circonda. C’è in voi l’intento di dar vita a una critica impegnata?
Sì, abbastanza! L’aspetto sociale è una costante dei nostri pezzi, appunto, e cerchiamo di rendere globale e universale la nostra piccola realtà quotidiana, formata da momenti condivisibili da tutti. Riflettiamo molto sulla società intorno a noi quando scriviamo un brano, il contesto socioculturale in cui viviamo va di pari passo con i nostri testi. Anzi, dobbiamo correre e non perdere tempo, perché il mondo non si ferma e ciò che oggi è attuale domani sarà passato e forse già anacronistico. È tutto veloce, oramai.

Com’è nata invece l’idea della cover del disco? Chi è l’autore?
L’autore è un nostro amico, Davide Caviglia, originario di Genova e che vive a Milano. Collaboratore anche di Smemoranda, ha fatto per noi questi disegni al buio, ovvero realizzati bendato. Abbiamo apprezzato particolarmente la Gioconda, che quindi è diventata la cover di Nel momento del bisogno.
Progetti futuri?
È ancora tutto in divenire. Abbiamo in programma di continuare con i live sui social, in attesa di poter organizzare delle date anche in presenza al termine dell’emergenza sanitaria nazionale. Suonare con il pubblico è un aspetto molto importante per un musicista, la parte divertente della storia, ma bisogna attendere, per cui non abbiamo ancora in calendario un tour; speriamo presto di poterlo organizzare.