Intervista a Zoizi, un ribelle cantautore romantico anni ’90

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere al telefono con Jodi Zojzi, in arte Zoizi, cantautore classe ’90. Nato a Tirana, trascorre l’adolescenza a Modena e lì inizia la sua passione per la musica. Il 2019 è l’anno della svolta: pubblica il singolo Pazzo Di Te e apre ben cinque concerti del tour di Francesco Renga. Segue poi l’uscita del suo ultimo pezzo Odore, un brano di spiccato gusto indie pop in cui Zoizi racconta le esperienze e le sensazioni dei ragazzi della sua generazione, tra sogni e aspettative per il futuro. L’odore della borsa di un’amica è il La per iniziare a ritrovarsi e a raccontarsi, in pieno romanticismo anni ’90. Ecco la nostra intervista…
Ciao, Jodi! Partiamo da Odore, un inno generazionale per i ragazzi degli anni ’90. Cosa è cambiato?
Il mondo è cambiato, modificando i valori. Io però rimango ancora affezionato al mio essere un ribelle romantico, sebbene sia un concetto che oggi si è un po’ perso. Credo che i ragazzi di oggi siano molto più avanti di noi in alcune cose, ma dall’altro lato si è un po’ dimenticato un certo tipo di sensibilità. Magari tra qualche anno succederà la stessa cosa con la generazione del 2000.
Tu com’eri da adolescente?
Io ero un ribelle anche quando non era necessario. Andavo sempre contro tutto e tutti, senza ascoltare i consigli (spesso giusti) degli altri. Adesso me ne rendo conto e sono io il primo a dare gli stessi suggerimenti a chi mi sta intorno, però se tornassi indietro rifarei tutto uguale nel bene e nel male.
“Nuoti solo dove tocchi”, cito Pazzo di te. Sei più impulsivo o riflessivo?
Ho sempre seguito il mio istinto. Quando mi dice qualcosa di solito la faccio, però cerco di scavare fino in fondo alle cose per agire con coscienza, quindi sono un po’ anche riflessivo. In Pazzo di te parlo proprio della mancanza di questo aspetto che per me è molto importante. Eravamo diversi, eppure ci volevamo bene, nonostante tutto.
I tuoi testi sono frutto di esperienze vissute?
È veramente raro che io scriva di qualcosa che non si sia schiantato con la mia vita. I miei brani nascono dalle emozioni che provo e che vivo. Mi è capitato però di aver scritto pensando a un’altra coppia che ho conosciuto, quindi cercando di immaginare le loro esperienze vissute, ma è davvero raro che accada.
Qualche anticipazione?
Purtroppo per i live è tutto fermo, è un peccato perché è la parte che più amo del mio lavoro e avevo messo su uno spettacolo molto carino in acustico. Per ora mi sto dedicando quindi ai singoli e tra poco uscirà un nuovo pezzo che scalpita fermo in cantiere già da un po’.
Immagina una collaborazione con un artista della scena musicale contemporanea.
Il mio sogno nel cassetto è collaborare con Giusy Ferreri, sebbene il mio stile sia molto lontano dal suo. Ho un debole per lei e mi piacerebbe davvero poter dar vita a un singolo estivo insieme. Per quel che riguarda invece il mio mondo, ti direi senza dubbio Motta, un artista che stimo parecchio.
Infine, come stai vivendo questo isolamento?
Io sono un affezionato delle mie attività quotidiane, quindi sto facendo le cose di sempre. Ho continuato quindi a scrivere, pratico tanto sport e leggo.