Intervista a Bipuntato: “Maltempo è nostalgico, romantico e meteoropatico”

È uscito Maltempo, l’album d’esordio di Bipuntato, all’anagrafe Beatrice Chiara Funari, giovane cantautrice romana che fonde a pieno nella propria musica un pop malinconico e un R&B elegante. Dopo le collaborazioni con alcuni artisti della scena musicale della Capitale come Carl Brave, Pretty Solero e Ugo Borghetti, ora Bipuntato è pronta a presentare al pubblico il frutto del suo lavoro, un disco nato dall’incontro della sua scrittura e della produzione di Valerio Ebert.
Anticipato dai singoli Della Notte e Meteo e dalla title track Maltempo, l’EP racconta storie immaginate e spaccati di vita vissuta attraverso le otto tracce contenute al suo interno, evocando sensazioni e ricordi in un intimo colloquio fatto anche di giochi di parole. Bipuntato ci ha raccontato il suo Maltempo, uno stato d’animo di disordine e di emozioni, in cui l’amore è una costante. Ecco la nostra intervista.
Ciao, Beatrice! È uscito Maltempo. Descrivilo con tre parole.
Nostalgico, romantico e meteoropatico. Nostalgico perché dentro ci sono diverse fasi della mia vita, racchiude varie età ed è cresciuto insieme a me. Maltempo contiene infatti pezzi un po’ più vecchiotti, scritti qualche anno fa, e pezzi molto più recenti per raccontare un’evoluzione, una storia. Romantico perché c’è sempre questa sfera sentimentale. Io mi sento una delle ultime romantiche e credo ancora nell’amore. Infine, meteoropatico perché ho voluto un po’ giocare sul tempo e gli stati d’animo.
Il clima è infatti al centro del tuo album. E tu, sei meteoropatica?
Un po’ sì, anzi parecchio, tendo a stare infatti in posti in cui splende il sole. Nonostante questo, però, riesco ad apprezzare anche una brutta giornata, che può essere un momento perfetto per prendersi una pausa dalla vita frenetica e spegnere il telefono, pensando solo a se stessi.
“Non pensare a tutte quelle varie opposizioni” cito Circostanze. Qual è stato l’ostacolo più grande fino a ora?
Questo lavoro comporta una serie di problematiche. La prima è riuscire ad avere una credibilità musicale, cercare di far sentire la propria voce e di far capire quanto vali. Ho studiato tanto, per poi iniziare a fare qualcosa di mio e credo in questo progetto.
In Cassetti invece dici “Cerco l’approccio giusto per gestire i miei difetti”. Com’è Beatrice?
Caratterialmente Beatrice è terribile, io non augurerei a nessuno di avere a che fare con me. No, ovviamente scherzo, però sono una persona emotiva e lunatica per cui il mio umore può sembrare altalenante a volte.
Bruma è un pezzo strumentale. Come mai questa scelta? Lo porterai anche ai live?
Quando abbiamo pensato a Maltempo io ho voluto sin da subito inserire un pezzo strumentale, speravo anzi che potesse durare anche di più. È un momento in cui le parole non servono, non bisogna sempre dire qualcosa. A volte la musica parla senza che le parole la accompagnino, creando un’immagine da sé. Mi piaceva l’idea di inserire un pezzo strumentale in cui non si sentisse la mancanza della voce e in cui io potessi anche suonare il piano. Sicuramente lo riprodurrò anche nei live, assolutamente, mi piace tantissimo l’idea.