I miei migliori complimenti, quattro chiacchiere con Walter Ferrari

Abbiamo intervistato Walter Ferrari aka I miei migliori complimenti. Artista nato in Valtellina, è autore di un progetto musicale vincente, che con l’album Le Femmine i maschi (pubblicato il 27 novembre 2019) conclude una prima trilogia discografica che parla di sé e di un’intera generazione tra videogiochi, paure, speranze e spaccati di vita quotidiana.
L’esordio de I miei migliori complimenti, classe ’92, arriva nel 2015 con Le disavventure di Walter e Carolina, cui segue il secondo capitolo Le cose cambieranno. Oggi è giunto al terzo step, ma Walter non è solo un musicista, “porta il pane a casa” in un altro modo, è un free lance, che per vivere si occupa di Digital marketing, con la sua etichetta Digitale 2000.
Ciao, Walter! “Sono l’ultimo che viene scelto quando fanno le squadre” (Maschi contro femmine); è così? Com’eri da adolescente?
Esatto, è una frase che richiama volutamente il mondo adolescenziale e infantile. Io da piccolo ero coinvolto in prima persona in questa situazione, probabilmente perché non ho mai ottenuto grandi risultati nello sport, quindi ero sempre l’ultimo a essere scelto. Poi da grande te ne accorgi e te ne fai una ragione, capisci che magari non sei proprio atletico e ti riscopri bravo a fare altre cose. Da piccoli però tutto è diverso, ci rimani male e provi un senso di esclusione.
In Proverbio giapponese dici “La fama conta”, sta cambiando la tua quotidianità?
Non ho ancora raggiunto una fama tale da cambiare la mia vita, ma le differenze ci sono. Mi fa sempre molto piacere quando qualcuno mi riconosce in giro. Più di frequente capita però che conoscano il progetto musicale, non il mio volto, che per diverso tempo è rimasto nascosto dietro al nome. Io continuo a svolgere il mio lavoro, che mi permette di “portare il pane a casa”, quindi la mia vita è rimasta su per giù uguale.
Manga e videogiochi sono presenti nei tuoi brani. Sei un nerd?
Non sono un nerd appassionatissimo, ma cerco di riportare nei testi il mondo dei primi anni 2000 con cui è cresciuta la mia generazione. La cultura generale entra nei miei brani, ma non ti nascondo che da piccolo passavo davvero tanto tempo con i videogiochi. Il mio preferito è forse Kingdom Hearts, l’unione tra Final Fantasy e il mondo Disney.
“Vorrei svegliarmi ed essere felice” (Da Paura), cos’è per te la felicità?
Non te lo so ben descrivere, ci sono delle volte in cui mi sveglio e mi sembra che tutto sia al posto giusto, nonostante gli inevitabili pensieri. Ultimamente sono molto incuriosito dal mondo dell’oroscopo e del movimento dei pianeti, quindi penso che quando non riesci a capire il motivo del tuo umore probabilmente i pianeti hanno un ruolo in questo gioco.
Eri solo un pischello con la maglietta dei Tre Allegri. Chi altro c’è nel tuo background?
Io son cresciuto col rap italiano, come i Club Dogo, gli Articolo 31 e i Two Fingerz. Poi a un certo punto, non so come, mi sono avvicinato al rock indipendente e ho cominciato ad ascoltare i Tre Allegri, Zen Circus, Verdena, L’Officina della Camomilla, lo scenario che precede l’attuale “ondata Calcutta”. Questa era la musica del mio tempo, della mia generazione, ma ascolto tanto anche gli artisti storici del passato come Dalla e Battisti.
Con Le femmine i maschi la prima trilogia è stata completata. Qual è il tuo figlio prediletto?
Sono indeciso tra due, Shazam e Le cose cambieranno. Forse però il mio preferito è il secondo, perché qui non sono io a parlare in prima persona e quindi è qualcosa di raro, è difficile posizionarsi al di fuori di se stessi. Qui infatti io sono una donna che parla e parlo con me, una chicca che mi piace molto.