Pesaro: azienda mette operai in cassa integrazione e poi li utilizza per straordinari

Protagonista della truffa un’azienda di arredamento con alcuni dei suoi operai in Cassa integrazione ormai da un po’ e che regolarmente percepivano l’emolumento erogato dall’Inps.
Senonché, lungi dal trovarsi in reali condizioni di difficoltà, l’azienda utilizzava e pagava quegli stessi operai perché aveva lavoro in sovrabbondanza e la necessità di straordinari – i falsi cassintegrati percepivano il 50 per cento dello stipendio loro precedentemente erogato dall’Istituto Nazionale per la previdenza sociale e in più il compenso in nero per le ore di straordinario.
Negli esercizi finanziari 2009 e 2010 le ore di lavoro non contabilizzate dall’azienda supera le 2.000 – ore di lavoro che sono state prestate in nero dagli operai formalmente in cassa integrazione.
È stato nel corso di una verifica fiscale di routine che il nucleo di polizia tributaria ha rinvenuto dei documenti extracontabili da cui scaturiva in modo chiaro la mancanza in capo all’azienda del presupposto per l’erogazione dell’emolumento da parte dell’ente previdenziale, in quanto versante in una situazione sicuramente non coincidente con una crisi.
Così, con l’accusa di truffa aggravata nei confronti dell’Inps, ai sensi dell’art 640-bis c.p., la Guardia di finanza di Pesaro e Urbino ha denunciato l’imprenditore, originario di Urbino, e 17 operai della ditta – oltre alla sanzione amministrativa comminata ai fini previdenziali, assistenziali e fiscali, in caso di condanna imprenditore e operai rischiano la reclusione fino a sei anni.
di Patrizia Tarli
27 novembre 2011