Aumentano poveri con capitali all’estero, + 11,3% nel 2013
Aumenta considerevolmente il numero dei “poveri possidenti”, cioè coloro che dichiarano cifre irrisorie al fisco italiano possedendo, invece, capitali all’estero. Secondo un’inchiesta condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani, il numero di coloro che si dichiarano poveri davanti al fisco italiano e poi, invece, posseggono beni di lusso, cassette di sicurezza e milioni di euro in paradisi fiscali è cresciuto dell’11,3% nel 2013.
Secondo Contribuenti.it Magazine una simile fuga, che non si registrava dal 2008, anno in cui sono cominciate le rilevazioni statistiche del KRLS, è determinata dalla crisi dei mercati finanziari e dalle manovre lacrime e sangue del governo Monti.
Spesso i “finti poveri”, oltre a dichiarare cifre irrisorie rispetto alla mole di reddito prodotta, si servono di prestanomi per eludere il fisco, evitando di pagare quanto dovuto sulla base delle leggi fiscali dell’ordinamento italiano od ottenere indebiti vantaggi fiscali.
Secondo l’inchiesta in parola, inoltre, le cassette di sicurezza non vengono richieste solamente a Chiasso e Lugano, e più in generale nella vicina Svizzera, ma anche negli altri paradisi fiscali.
«Da sola la Guardia di Finanza non può combattere l’evasione fiscale – ha affermato il presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno – che è diventato lo sport più praticato dai contribuenti italiani. Devono scendere in campo gli 007 per scoprire chi sono gli effettivi proprietari delle cassette di sicurezza che puntualmente, ogni anno, vengono aperte in Svizzera e in altri paradisi fiscali dove viene garantito l’anonimato».
«L’Italia deve immediatamente sottoscrivere un accordo con la Svizzera, così come hanno fatto gli Stati Uniti per fermare la fuga di capitali all’estero», ha aggiunto il Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani.
«Fino a quando i capitali esportati non vengono tassati e sono garantiti dall’anonimato, i grandi evasori preferiranno sempre mantenere i propri soldi all’estero», ha concluso.
Giuseppe Ferrara
17 febbraio 2013