Sistema duale e servizio civile universale: gli interventi trasversali del PNRR per contrastare il fenomeno “NEET”

L’Italia è il Paese con il più alto numero di Neet in Europa (Not in Education, Employment or Training) ossia quei giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, con una media del 27,8 per cento contro la media Ue del 16,4 per cento. I giovani sono certamente una delle categorie più colpite dall’epidemia da Covid-19. Stando ai dati Istat di febbraio 2021, se prima della pandemia i NEET erano circa 2.003.000, al quarto trimestre del 2020, sono poi saliti a 2.066.000.
Come dichiara Alessandro Rosina, direttore del centro di ricerca LSA (Laboratorio di statistica applicata alle decisioni economico aziendali) e docente di Demografia e Statistica Sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: “per abbassare il rischio che un giovane si trasformi in un Neet di lunga durata è necessario rafforzare la qualità sia della domanda e sia dell’offerta di lavoro, oltre che migliorare le modalità del loro incontro”.
In questa direzione si muove il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che, sebbene tra le sei Missioni di cui si compone non ne preveda una determinata che disponga un intervento unitario e specificamente diretto ai giovani, se ne occupa trasversalmente.
Gli interventi di politiche attive che sono stati inseriti nel piano per promuovere il dialogo inclusivo tra i giovani e il mondo dell’impresa e avvicinarli alla comunità sono, senz’altro, il sistema duale e il servizio civile universale.
Sistema duale
La quinta missione del Piano prevede un intervento per il quale saranno destinati 600 milioni di euro nel quinquennio 2021-2025 a sostegno dell’implementazione del sistema duale, ossia il modello di formazione professionale alternata che vede la scuola e il mondo dell’impresa fianco a fianco nel processo formativo tramite due capisaldi: alternanza scuola-lavoro e apprendistato.
L’alternanza scuola lavoro, introdotta nel 2015 dalla legge 107, e che dal 2018 si chiama “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (PCTO) è stata resa obbligatoria a partire dal terzo anno e fino al quinto per gli studenti di Licei, istituti tecnici ed istituti professionali ed è riservata agli studenti che hanno compiuto almeno 15 anni.
L’apprendistato, invece, prevede che il giovane presti attività lavorativa svolgendo un percorso formativo all’interno dell’azienda mediante il quale vengano acquisite le competenze necessarie per il raggiungimento di una specifica professione oppure per l’ottenimento di un titolo di studio.
Servizio Civile Universale
Un altro punto fondamentale è il servizio civile: il PNRR ha l’obiettivo di implementarlo per i giovani. Per la prima annualità 2021 a seguito della pubblicazione del bando per la selezione di 56.205 operatori volontari da avviare al servizio nell’anno 2022, nel primo trimestre del 2022 si terranno le attività di selezione degli operatori volontari da parte degli enti di servizio civile universale: i volontari idonei entreranno in servizio entro il 20 giugno 2022 e svolgeranno le loro attività presso gli enti per una durata che va dagli 8 ai 12 mesi.
Criteri di ripartizione delle risorse
Il decreto ministeriale n.226 del 26 novembre 2021 ha poi introdotto i criteri di ripartizione dei finanziamenti destinati al sistema duale. Dei 600 milioni di euro previsti per il prossimo quinquennio, il 20 per cento di questa cifra è assegnato alle Regioni e alle Province Autonome per il primo anno, il 2021. Per i 120 milioni di euro previsti per la prima rata, sono ripartiti 8,4 milioni di euro (pari al 7 per cento del totale destinato alla rata del primo anno) in base al numero complessivo di iscritti ai percorsi modulari per i giovani rientranti nella categoria NEET per il conseguimento della qualifica e del diploma professionale. Invece, il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale è responsabile dell’attuazione dell’intervento che dispone di un ammontare complessivo di 650 milioni di euro per il periodo 2021-2023.
Inoltre, è prevista una politica stringente di monitoraggio delle risorse da erogare strettamente legata al raggiungimento di obiettivi stabiliti. Infatti, nel sistema sono integrati anche i dati di avanzamento di Target e Milestone.
Il fine ultimo di questi interventi è proprio l’implementazione dell’occupazione giovanile. Sulle spalle delle nuove generazioni graverà il peso contributivo atteso per i prossimi anni e promuoverne l’occupabilità è fondamentale per assicurare stabilità. Non vi sono dubbi che il primo imprescindibile passo verso il superamento di questo fenomeno sociale dei NEET sia una collaborazione e un dinamico incrocio tra mansioni richieste e competenze offerte tra il mondo del lavoro e gli studenti; questo anche in considerazione del fatto che, rispetto agli altri
paesi europei, i tempi di inserimento verso un’occupazione si protraggono eccessivamente dopo la fine dei percorsi di formazione.
Concludendo, sebbene siano state mosse varie critiche da alcuni esponenti di diversi partiti politici al PNRR per il fatto di non aver disposto una Missione ad hoc per i giovani e per trattarli sommariamente all’interno di più ampi interventi, è innegabile il fatto che il Piano prende comunque atto della criticità della situazione dei NEET. Conseguentemente, implementando politiche attive come sistema duale e servizio civile, intende rafforzare in maniera concreta la partecipazione dei giovani alla vita economica e sociale del Paese.