Pir alternativi, le holding chiedono di esserci

I tecnici di Assoholding non hanno dubbi: sui Pir alternativi si gioca una partita economica importante. A mettere carburante allo strumento di finanziamento destinato alle Pmi è stato il recente Decreto Rilancio che ha introdotto i cosiddetti Pir alternativi, molto più flessibili sia per le rinnovate soglie economiche di accesso che per le tipologie di investimento che possono comporre il piano.
Il ruolo delle holding nel processo di affermazione dei Pir lo esplicita Antonio Sibilia, esperto fiscale di Assoholding che coordina il tavolo di lavoro dedicato a questi nuovi strumenti finanziari.
“Le holding per la loro struttura – chiarisce Sibilia – possono proporsi come intermediari qualificati, capaci di amplificare i ritorni finanziari dell’investimento”.
L’attuale disciplina fiscale prevede un regime di non imponibilità immediata delle imposte sui redditi dei proventi di natura finanziaria derivanti dagli investimenti operati direttamente o indirettamente tramite Pir.
Il modello di investimento può prevedere la sottoscrizione di una partecipazione al capitale di una holding “Pir compliant”, in questo caso i dividendi conseguiti e l’eventuale capital gain derivante della dismissione della partecipazione societaria non subiranno alcuna tassazione.
“Abbiamo voluto promuovere interventi – spiega ancora l’esperto Antonio Sibilia – per integrare e migliorare la cornice normativa di riferimento. Il nostro team tecnico ha avuto come obiettivo principale quello di definire ed estendere il ruolo nevralgico che anche le holding possono avere nello sviluppo dei piani destinati al segmento Pmi”.
Il modello Pir, tanto per il target delle imprese emittenti quanto per gli specifici valori di finanziamento, ha visto crescere il proprio ruolo in concomitanza con la pandemia.
“La notevole incertezza per i risparmiatori e le imprese che ha caratterizzato questo periodo – aggiunge Sibilia – trova nei Pir uno strumento di sviluppo per l’intero sistema Paese. I piani individuali di risparmio supportano il fabbisogno di liquidità assicurando ai risparmiatori un interessante regime fiscale di favore”.
Il messaggio dell’Associazione, anche in conseguenza dell’avvento dei Pir alternativi, è quindi quello di puntare sempre più l’attenzione su questi strumenti.
“I Pir – conclude Sibilia – si tradurranno in un importante trasferimento di risorse economiche verso l’economia reale, con considerevoli ricadute sia in termini occupazionali che di sviluppo per le piccole e medie imprese italiane ed europee. I tempi sono maturi per mettere tali agevolazioni tributarie a
sistema rendendole strutturali e non limitate nel tempo come accade in questo momento”.