Armonie Verdi, Paesaggi dalla Scapigliatura al “Novecento”
C’è un piccolo ma prezioso museo a Verbania. É stato voluto nel 1909 da Antonio Massara, professore novarese che ha individuato nel paesaggio il maggiore valore del territorio del Verbano. É il Museo del Paesaggio (cosi denominato solo nel 1914) nato per divulgarne l’importanza, già minacciata, secondo Massara, dal turismo, dall’industria e dalla speculazione edilizia. Il paesaggio diventa quindi un bene culturale, fondamento e elemento di condivisione per un’intera comunità e l’arte, un motore di sensibilizzazione, cultura e identità.
É allestito nella splendida sede del sobrio Palazzo barocco Viani Dugnani, caratterizzato da un monumentale portale in granito rosa. Dopo un importante restauro durato tre anni, ha riaperto nel 2016 con la splendida mostra permanente dedicata allo scultore Paolo Troubetzkoy.
In questi spazi, dal 24 marzo al 30 settembre 2018, grazie alla sinergia tra Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria VCO, è allestita la mostra Armonie Verdi, Paesaggi dalla Scapigliatura al “Novecento”.
La mostra è un viaggio tra dipinti di paesaggi lacustri da fine ‘800 a metà del ‘900 che disegnano il rapporto tra uomo e natura. Sono circa 50 le opere esposte provenienti dalle ricche e variegate raccolte d’arte della Fondazione Cariplo, del Museo del Paesaggio di Verbania e da collezioni private.
Armonie Verdi, Paesaggi dalla Scapigliatura al “Novecento” è articolata in tre sezioni.
Scapigliatura, divisionismo, naturalismo: vi troverete tele della fine dell’800, dove la natura è elegiaca, quasi senza forma definita. Tra le opere della Scapigliatura, ricordiamo quelle di Daniele Ranzoni, tra cui lo Studio di paesaggio fluviale (1872), un acquerello colmo di luce, simile a un’apparizione; di Mosé Bianchi con Interno rustico (1889-1895); di Carlo Cressini con il suggestivo Le gelide acque del lago di Märjelen (1908 ca). Tra i divisionisti ricordiamo Vittore Grubicy, Cesare Maggi e Carlo Fornara e Clemente Pugliese Levi.
Artisti del Novecento Italiano: qui le tele sono caratterizzate da forza costruttiva e solidità. C’è stata la prima guerra mondiale che ha portato alla dissoluzione dell’Europa, con quattro imperi disgregati (turco, prussiano, russo e asburgico). Si rifugge pertanto dalla volatilità dei paesaggi, si cerca un “ritorno all’ordine”. In questa sezione troviamo Paesaggio, 1922, di Rosai, Il lago, 1926, di Sironi, un’ importante serie di paesaggi di Tosi e cinque opere di Mario Tozzi.
Oltre il Novecento: questa sezione riunisce le opere caratterizzate da un allentamento della volontà costruttiva del primo dopoguerra che lascia spazio ad un nuovo senso di precarietà, mentre le nubi della seconda guerra mondiale si ammassano sull’Europa. Sono cronache volatili di campi, acque, fiori. Lo si vede nel tremante Temporale (1933), di De Pisis; in Paesaggio di Lavagna (1934) di Lilloni, o in opere del secondo dopoguerra di Dudreville (Case a Feriolo, 1945) e Soffici (Veduta serale del poggio,1952).
La mostra è stata possibile grazie a Fondazione Cariplo in partenariato con le Fondazioni di Comunità locali; é curata dalla storica dell’arte Elena Pontiggia e da Lucia Molino, responsabile della Collezione Cariplo.
Palazzo Viani Dugnani
Via Ruga 44 – Verbania
Martedì-Venerdì:10:00-18:00
Sabato, Domenica e festivi:10:00-19:00
Adulti, 5 € ; -12 +65 3 €
+39 0323 557116, +39 0323 502254
segreteria@museodelpaesaggio.it