Giuseppe Montesano, “Come diventare vivi” in un romanzo

Giuseppe Montesano, nato a Napoli, è autore di romanzi come: Nel corpo di Napoli (edito Mondadori nel 1999), Di questa vita menzognera (edito Feltrinelli nel 2003), oltre che traduttore di opere francesi. Nel 2016 pubblica con Giunti Lettori selvaggi, un viaggio attraverso la creatività umana “dalla preistoria a Bob Dylan”, e ora con Come diventare vivi, pubblicato con Bompiani, ci presenta un altro viaggio: un’intera visione dell’uomo e della conoscenza.
“Quando non ci sentiamo vivi ci visita l’orrendo incubo di essere asserviti a potenti immaginari che sono analfabeti emotivi e mentali, spettri presuntuosi che sanno leggere solo i propri tweet. Ma i lettori selvaggi leggono per vivere, e sono liberi dall’incubo.”
Oggi tutti noi troviamo sempre una scusa per non leggere. C’è chi ha troppo lavoro, chi ha bambini a cui badare, chi ha scelto di dedicarsi allo sport… Certamente sono tutte cose che in qualche modo completano la nostra vita e la rendono dinamica, ma la vita può mai essere considerata davvero vissuta se priva di un momento dedicato solo a noi e alla nostra mente?
Giuseppe Montesano in questo piccolo pamphlet parla direttamente a noi, ci fa capire che la nostra ignoranza nella totalità delle cose può trovare utilità nello sviluppo della nostra conoscenza.
A contatto con la società a volte ci si deforma e si perde la nostra unicità, come afferma Platonov, e quale migliore occasione abbiamo per non subire questa grande perdita se non leggendo? Leggere ci offre la possibilità di trasformarci restando unici e fedeli a ciò che siamo.
Basta leggere un manuale, una rivista scientifica o un piccolo romanzo per sviluppare la nostra mente e, da un breve libro, arrivare a leggere e rileggere, ad esempio, Guerra e Pace!
Essere un lettore apre gli occhi e lascia intravedere un mondo meraviglioso, basta pensare agli occhi spalancati della ragazza con l’orecchino di perla o ripetersi L’infinito di Leopardi!
Montesano inoltre dice che non esiste un’età prestabilita o un momento adatto per diventare lettori selvaggi, ma lo si può fare in qualunque istante. Ci spinge a leggere con ogni mezzo, critica la progressione tecnologica finalizzata a se stessa, ma non nel progresso che aiuta la persona ad essere un fine e non un mezzo.
Riprende le parole di Leopardi e di Rimbaud in cui si parla del progresso politico che sembra non avvenire mai, sin dall’800. Ma in tutto questo non serve tornare indietro in un fantomatico paradiso, piuttosto bisogna “modernizzarsi” e trovare soluzioni applicabili partendo da una base di conoscenza creata grazie alla lettura e all’informazione.
Leggere un libro vuol dire entrare nel regno della libertà!
Leggere è vita ed il tempo per vivere non appartiene al passato o al futuro. Il tempo per vivere è oggi!
Questo, per me, è un vero vademecum per lettori selvaggi. Leggerlo fa venir voglia di prendere un libro in mano ed immergersi dentro un nuovo viaggio. In qualche modo ci si sente spinti a farlo alla ricerca di questo mondo libero ed unico, accessibile a tutti e, soprattutto, diverso dal normale.
È come attingere da questo mondo ideale per crearne uno reale e migliore di quello che abbiamo.
Quindi, non c’è altro da dire che: “In mezzo a sussulti di passione e smarrimenti di pena, nelle vite che ci vengono rubate e nelle ore felici, nei sogni che gridano e nelle aurore che ancora sorgeranno, non ci resta altro da fare che cominciare a vivere.”