“I Grandi Maestri – 100 anni di fotografia Leica”, cent’anni di istanti e di scatti iconici
All’ingresso della mostra siamo accolti da una prima sezione semi-didattica: la storia di successo, di modello in modello dagli albori del 1924 fino ai giorni nostri, della mitica fotocamera Leica (LEItz CAmera). È la storia dell’intuizione geniale, oggi scontata ma all’epoca capace di una vera rivoluzione: la miniaturizzazione e l’adozione del formato di pellicola “cinematografico”, il 35 millimetri.
Oggi forse pochi lo ricordano, ma per 70 anni e più la fotografia è stata “chimica”, pellicola e sviluppo, camera oscura e ingranditore, stampa ai sali d’argento, e tutti i paraphernalia dell’amatore e del professionista. E soprattutto, era un altro mondo: più elitario, senz’altro più scomodo, in cui tra lo scatto e il risultato c’era uno iato, una sospensione temporale fino allo sviluppo (chimico) e alla stampa (chimica anch’essa) della foto. Ma la fotografia era un gesto, un medium meno banalizzato e depotenziato di oggi.
L’esposizione che segue, scandita dai separé cercano le sezioni successive, ci riporta a quella epoca favolosa di scoperta ed esplorazione. Tecnica, prima di tutto, ma poi anche artistica, sociale e filosofica. Sempre sotto il segno della Leica: compatta, discreta, versatile, la piccola reflex mirrorless trova nei suoi limiti intenzionali la sua ragion d’essere, la chiave di svolta della sua poetica: privo della scelta più ampia e pantagruelica di medio tele e super teleobiettivo, il “fotografo Leica” dovrà scendere in strada, entrare nella scena, avvicinarsi ai suoi soggetti. E tutto cambierà.
L’elenco degli autori qui ricordati con le loro foto è lungo e illustre: David Gutschow, Henry Cartier Bresson, Bob Capa, Andreas Feininger, Alfred Eisendtaedt, Herbert List, Sabine Weiss, Elliott Erwitt, Sebastiao Salgado, Gianni Berengo Gardin…e chi più ne ha più ne metta. Il bianco e nero domina incontrastato, sia perché per buona parte della “fotografia Leica” (almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale) la foto a colori non era tecnicamente fattibile, sia perché – con buona pace di tutte le polemiche artistiche dell’epoca – il bianco e nero ancora oggi conserva una capacità espressiva drammatica ed essenziale, tanto da rimanere comunque seducente allo sguardo ed eloquente per la riflessione.
I Grandi Maestri – 100 anni di fotografia Leica è una buona occasione per scoprire e riscoprire immagini e fotografi che restano icone della nostra storia e del Secolo Breve (il Novecento), per immergersi in atmosfere e momenti perduti. Così si affiancano sulle pareti il bacio di Madison Square il giorno della vittoria contro il Giappone (Alfred Eisenstaedt), il miliziano colpito a morte (Bob Capa) o il picnic proletario sull’argine della Marna (Henry Cartier Bresson). E molto altro.
È una continua sorpresa per la capacità dell’occhio e dell’intuizione del fotografo, cui nei decenni la piccola, spigolosa Leica ha prestato fedele la sua perfezione.
Unico neo – forse inevitabile dato il leitmotiv “tecnico” della mostra – la mancanza di un criterio riconoscibile nella selezione e nell’esposizione, che se da un lato regala continue sorprese, dall’altro finisce per depotenziarne il fascino.
Al Vittoriano dal 16 Novembre 2017 al 18 Febbraio 2018
Orari
Dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30
Venerdì e sabato 9.30 – 22.00
Domenica 9.30 – 20.30
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Aperture straordinarie
Venerdì 8 dicembre 9.30 – 22.00
Domenica 24 dicembre 9.30 – 15.30
Lunedì 25 dicembre 15.30 – 20.30
martedì 26 dicembre 9.30 – 20.30
Domenica 31 dicembre 9.30 – 15.30
Lunedì 1 gennaio 15.30 – 20.30
Sabato 6 gennaio 9.30 – 22.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)