Il paradiso di Cuno Amiet al Museo d’Arte Mendrisio
Sino al 28 gennaio 2018 al Museo d’Arte Mendrisio per la prima volta in Ticino e in area italiana, sono esposti circa settanta dipinti e una sessantina di opere su carta di Cuno Amiet (Soletta, 1868; Oschwand, 1961).
Il pittore svizzero, tra le personalità più rappresentative dell’arte svizzera della prima metà del Novecento, è probabilmente dopo Hodler la più conosciuta. Se Hodler impersona l’identità artistica svizzera dello scorso secolo in area germanofona, Amiet può essere indicato come la figura di riferimento in area francofona ed entrambi sono da considerarsi i padri della pittura moderna svizzera.
Nonostante infatti inizi il suo percorso artistico all’accademia di belle arti di Monaco, dove conosce Giacometti, con lui si sposta due anni dopo a Parigi, dove si iscrive all’accademia privata Julian. Cuno Amiet si trova cosi al centro delle nuove tendenze pittoriche francesi, tra simbolisti e neoimpressionisti.
Spinto a scoprire l’ideale pittorico di Paul Gauguin, va a Pont-Aven nel 1892, dove scopre anche l’opera di Vincent van Gogh. É qui che comincia a dipingere con un accentuato colorismo e si lascia ispirare dal gruppo di artisti parigini dell’avanguardia post-impressionista dove il colore evoca un mondo lontano, quasi mistico, i Nabis.
Rientrato in Svizzera conosce Ferdinand Hodler, forse il più illustre rappresentante del colorismo svizzero, con cui partecipa nel 1904 alla Secessione Viennese.
Pochi anni dopo è tra i fondatori, con Kirchner, Heckel e alcuni altri del gruppo Die Brücke, all’origine dell’espressionismo tedesco. Pur mantenendo contatti con pittori stranieri, Cuno Amiet vive con la moglie a Oschwand, un villaggio agreste di cui ama i colori e la sospensione talvolta bucolica.
Le sue opere sono improntate a un forte senso di armonia e serenità, in una sorta di sacra unione tra uomo e natura, la cui bellezza con le sue innumerevoli manifestazioni di luci e colori, sembra appagare il suo animo.
In mostra figure, paesaggi, nature morte, riportano sempre alla mente un’impressione di Arcadia, di paradiso terrestre, che viene scandito dai rapporti umani, dal lavoro nei campi, dall’amore verso il prossimo e la famiglia, dall’immergersi dell’uomo nella natura.
Il Museo d’arte di Mendrisio propone capolavori provenienti dalla Fondazione Amiet di Oschwand e da svariati tra i maggiori istituti museali della Svizzera.
Esposte opere magnifiche come Ragazza bretone sotto gli alberi (1893), le tre versioni di Paradiso ,(quella, celebre, del 1894-1895, l’olio del 1900-1901 e l’ultima del 1958), Doppio ritratto (1903),Natura morta floreale (1904), Studio per “le ragazze gialle” (1905), ammirato da Kirchner, La ragazza gialla (1907), La raccolta delle mele (1907), Nudo femminile sdraiato con fiori (1912).
Il percorso espositivo è arricchito da una decina di opere di artisti a lui contemporanei da Paul Gauguin a Henri Matisse, da Giovanni Giacometti e Ferdinand Hodler a Ernst Ludwig Kirchner, da Alexej von Jawslensky e Marianne Werefkin a August Macke, da Gabriele Münter a Ernst Morgenthaler, così da poter ricreare nelle sale il clima nel quale si è mossa l’intera carriera di Amiet.
La mostra, organizzata insieme alla Fondazione Amiet a Oschwand, si avvale della presenza nel Comitato Scientifico di Franz Müller, curatore del catalogo ragionato dell’opera di Cuno Amiet dagli esordi fino al 1960 per le edizioni ISEA/SIK, e di Aurora Scotti, tra i maggiori esperti di pittura italiana ed europea di fine secolo, anche autori di importanti contributi in catalogo. Questo sarà completato da un saggio di Simone Soldini, un testo sull’opera grafica a cura di Viola Radlach e dal consueto corpus di apparati a cura dei collaboratori scientifici del Museo d’arte Mendrisio.
Museo d’Arte Mendrisio
Piazza S. Giovanni, 6850 Mendrisio, Svizzera
Orari: ma – ve, 10:00 – 12:00 / 14:00 – 17:00
sa – do e festivi, 10:00 – 18:00
Entrata :10.- / ridotto 8.- Gratuito: scuole, ragazzi fino a 16 anni