BELLISSIME MADONNE SUL CONFINE UMBRO-TOSCANO
La Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi dista solo 2 km dalla Madonna col Bambino di Donatello a Citerna.
Uno scopo ben preciso conduce a Monterchi, è la curiosità di vedere dal vivo uno dei tanti capolavori dell’arte italiana, uno di quelli studiati sui testi scolastici e tornati alla mente quando un viaggio ne sfiora il collocamento e rende la deviazione necessaria a soddisfare una spinta a dir poco amorosa. In questo caso, la chiamata dell’arte viene da uno dei più famosi affreschi di Piero della Francesca, La Madonna del Partodipinta tra il 1455 e il 1460 dietro l’altare maggiore della distrutta chiesa di S. Maria di Momentana, al confine tra il territorio del comune toscano di Monterchi e quello umbro di Citerna. Nel 1910 la pittura fu staccata dal muro e custodita presso il Museo Civico di Sansepolcro fino al 1992 quando, dopo l’ultimo restauro, fu portata a Monterchi dove si trova all’interno dell’ex scuola elementare, trasformata forse nell’unico museo italiano allestito per una sola opera. La veduta dal vero elargisce quell’impensabile bellezza che le pagine stampate non sanno restituire; l’immagine innesta un colpo di fulmine e sembra in attesa di mostrarsi, come se i due angeli aprissero i lembi del sipario damascato in quel momento e la Madonna apparisse sulla scena, alta, maestosa, ma profondamente femminile nella sua maternità evidenziata dalla mano posata sul ventre. Si ipotizza che Piero della Francesca l’abbia dipinta nel 1459, in occasione della sua venuta a Monterchi per il funerale della madre, originaria del borgo.
LA MADONNA DI DONATELLO A CITERNA. A soli 2 km da Monterchi si trova Citerna, comune inserito nel Club dei Borghi più belli d’Italia. La sua unicità sta nella struttura architettonica organizzata su due livelli urbanistici sovrapposti, sopra il borgo medievale con mura, case, strade, chiese, terrazze panoramiche e sotto: camminamenti, percorsi, volte antiche e cisterne per la raccolta delle acque piovane dalle quali deriva il nome del paese. Curioso perfino il Municipio, ricavato dal monastero della chiesa di S. Francesco, dove gli uffici sono alloggiati nelle primitive celle dei frati; dalla stanza del sindaco si gode l’incomparabile vista sulla valle del Cerfone, affluente del Tevere. All’interno della chiesa di S. Francesco, poggiata su una mensola del coro ligneo, stava da tempi immemorabili una Madonna col Bambino in terracotta.Solo nel 2004la scultura è stata attribuita al giovane Donatello e datata tra il 1415 e il 1420. Consegnata ai laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dopo un accurato restauro durato sette anni, ha recuperato la raffinata cromia originale realizzata con oro, argento, lapislazzuli e lacche. Il gruppo scultoreo in argilla a tutto tondo, è stato inserito tra i più importanti esempi di scultura policroma degli inizi del Quattrocento e gode di un ottimo allestimento in una raccolta cappella che ne permette la visione ravvicinata. La presenza di una madonna così preziosa in un borgo così minuscolo, rimane un mistero.
Cinzia Albertoni
7 agosto 2013