Arte di strada: Banksy torna a far parlare di sé

È iniziato col mese di ottobre il progetto del più celebre (e forse il più ricco) tra gli artisti di strada nel mondo: proporre un’opera al giorno per le strade di New York.
Il progetto si chiama Better out than in; lo street artist è Banksy, figura controversa dell’arte contemporanea, attivo fin dalla fine degli anni Ottanta. Della sua biografia sappiamo poco e nulla, sappiamo che è inglese e che è nato nel 1974. Sappiamo che le sue opere sono spesso a sfondo satirico, provocatorio, anticapitalistico e pacifista. La sua produzione va dai graffiti (realizzati il più delle volte con la tecnica dello stancil) alle sculture “urbane”; dalle stampe ironiche, alle famose incursioni al Louvre, dove si è divertito ad appendere quadri falsi alle pareti. Non ci stupisce, dati gli esempi, che la sua identità rimanga nascosta.
Che la street art sia amata o odiata, quello di Bansky non è un fenomeno da prendere sotto gamba: alcune delle sue opere sono delle vere e proprie icone, basta una semplice ricerca su Google per accorgersene; il successo delle sue mostre e quotazioni raggiungono livelli esorbitanti. È chiaro sintomo che qualcosa nell’arte sta cambiando, e la rassicurante categoria dell’“imbratta-muri” solitamente attribuita alla figura del writer non ci cava dall’impaccio di porci delle domande.
L’arte di strada ha la stessa dignità dell’arte da museo, alla quale siamo tanto devoti? Ci sono delle felici eccezioni nella manipolazione urbana che possono assurgere all’ambita etichetta di “arte contemporanea”? Quali sono i confini tra legalità e arte? Qual è lo spazio, anche e soprattutto fisico, dell’artista odierno?
All’ultima domanda sembra dare risposta lo stesso Banksy, che nell’intitolare in suo progetto Better out than in fa proprio riferimento a una frase di Cezanne: “Tutti i dipinti realizzati all’interno, in uno studio, non saranno mai belli come quelli realizzati all’esterno”. Questa è la poetica del writer inglese, questa è la sua posizione teorica.
Nel frattempo l’operazione di Banksy va avanti giorno dopo giorno, con la gentile concessione di una guida: al graffito realizzato il primo ottobre infatti, viene associato un numero telefonico che ognuno può chiamare per avere chiarimenti riguardo alle opere. Si tratta di una voce registrata che molto spesso confonde più che aiutare, non priva di gag ironiche e messaggi ambigui. Ma anche questo sa di nuovo, sa di sperimentale, sa di partecipazione. Ad ognuno stabilire quanto di valido, o semplicemente di interessante, si nasconde in questo fenomeno.
Al link sottostante potrete seguire il percorso di Bansky giorno per giorno.
http://www.banksy.co.uk/home/index
di Martina Perseli
18 ottobre 2013