Dalla strada al Mudec: una retrospettiva su TvBoy

Si sta svolgendo in questi giorni la mostra personale dello street artist TvBoy presso il Mudec di Milano.
La retrospettiva, curata da Nicolas Ballario e prodotta da 24 Ore Cultura, presenta oltre 70 tele organizzate tematicamente in 4 sezioni: i Baci, il Potere, l’Arte e gli Eroi.
La scelta delle tele potrebbe risultare insolita per un artista abituato ad esprimere la propria arte sui muri, ma come ha ricordato lui stesso «la street art ha la potenza dirompente di poter essere vista da tutti, ma il difetto di non durare a lungo. Le tele, invece, sono opere realizzate per restare».
Ironico e irriverente, TvBoy sa sempre come colpire il pubblico e veicolare un messaggio.

Le origini
Esponente di rilievo del movimento italiano NeoPop, Salvatore Benintende si è fatto conoscere grazie al personaggio da lui creato, “TvBoy”, un alter ego che utilizza come simbolo per distinguersi dalla cultura di massa delle nuove generazioni.
Nato a Palermo nel 1980 e cresciuto a Milano, comincia presto a realizzare interventi artistici con la tecnica dello stencil, affiggendo sui muri di Milano l’immagine del volto intrappolato dentro al televisore. Oggi l’artista preferisce schizzare a mano libera un bambino in stile cartoon che si affaccia ad uno schermo televisivo, creando un segno facilmente replicabile, ma sempre diverso.
Soprannominato “il Banksy italiano”, è ormai considerato un’icona della Pop Art e della Street Art.

Lo stile
Le sue opere parlano al grande pubblico con ironia caustica e pungente, che non risparmia i personaggi più in vista della contemporaneità, toccando tematiche politiche e sociali scomode.
Tra i soggetti che hanno scosso maggiormente l’opinione pubblica vi è stato il Bacio tra Salvini e Di Maio realizzato nel 2018 a Roma e prontamente rimosso dalle autorità.
Lo stile di Salvatore Benintende risente di varie influenze: dalla Pop Art statunitense e italiana, all’arte dei fumetti, sia i comics americani che i manga giapponesi.
Il percorso artistico di TvBoy è stato segnato da numerose collaborazioni con alcuni dei primi street artist italiani, come Pao e Bros, e spagnoli, come El Pez e Lolo, e dal lavoro di altri artisti internazionali, come gli olandesi The London Police.
Dal 2020 TvBoy si è dedicato al tema del Covid, che ha saputo raccontare con la solita ironia sbeffeggiando ad esempio le norme, introdotte dai dpcm, delle cene con massimo sei persone al tavolo.

Le opere
Al Mudec sono presenti i lavori che mostrano i baci con la mascherina chirurgica che hanno fatto il giro del web, ma anche le rivisitazioni delle grandi opere del passato, dalla ragazza con l’orecchino di perla a Van Gogh, mostrati nell’atto di scattare un selfie come se fossero delle celebrities.
Allo stesso modo, in un mondo al contrario, l’influencer Chiara Ferragni viene effigiata secondo l’iconografia antica nelle vesti di una Madonna con Bambino.
Questi lavori strappano un sorriso ma lasciano l’amaro in bocca perché fanno riflettere su quelli che sono diventati i modelli delle nuove generazioni, venerati al pari delle icone devozionali.
Il “Banksy italiano” si dedica anche all’impegno umanitario, in particolare alla questione dei clandestini e degli immigrati, raccontando storie di uomini e donne disperati che intraprendono viaggi pericolosi nella speranza di trovare un futuro più dignitoso.
Di forte impatto è l’opera che ha creato per la ONG spagnola Open Arms sul ponte della nave omonima. Come ha ricordato il comandante Marc Reig Creus è stata scelta questa parte della nave perché è lì che vivono i rifugiati, mangiano e dormono, ma è anche la prima cosa che vedono non appena salgono a bordo. Il messaggio lanciato parla di vita e di speranza tramite la raffigurazione di una ragazza sorridente con le braccia aperte verso il cielo come segno liberatorio, che vuole essere anche un omaggio a tutte le donne, spesso vittime di violenza. In questo modo l’arte diviene un mezzo di sensibilizzazione per rendere le persone più consapevoli di ciò che sta accadendo nel Mar Mediterraneo.
La mostra gratuita sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022, offrendo a tutti la possibilità di apprezzare da vicino i lavori normalmente relegati sui muri, che parlano una lingua semplice, rispecchiano la società in cui viviamo e ne evidenziano i punti critici per stimolarne il cambiamento.