Monet. Dal Musée Marmottan: il cacciatore di impressioni

“Monet. Dal Musée Marmottan Monet, Parigi” dal 18 settembre 2021 al 30 gennaio 22, inaugura la stagione autunnale di Palazzo Reale a Milano. La mostra rientra nel progetto museologico pluriennale “Musei del mondo a Palazzo Reale”, che permette alla città di conoscere e approfondire importanti collezioni dei più prestigiosi istituti museali internazionali.
Il Musée Marmottan Monet che, nel corso del Novecento, ha incrementato le collezioni tramite rilevanti donazioni di opere impressioniste, conserva la più importante collezione di capolavori del maestro dell’impressionismo. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Realee Arthemisia, la mostra è curata da Marianne Mathieued ed è realizzata in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, da cui proviene l’intero corpus di opere e l’Académie Des Beaux –Arts –Institut de France.
53 sono le opere esposte nelle sezioni che compongono la mostra. Esse ripercorrono cronologicamente l’intera sua parabola artistica.
A cominciare dalla pittura en plein air dove si delinea una tendenza antiurbana e introspettiva (Passeggiata vicino ad Argenteuil, 1875, Vétheuil nella nebbia, 1879, Falesia e porta d’Amont. Effetto del mattino, 1885). Da subito Monet con umiltà cerca di cogliere le variazioni luminose e le impressioni cromatiche dei luoghi che osserva. Più che il soggetto, in genere un paesaggio, lo interessa il modo in cui esso viene trasfigurato dalla luce. E nell’ombra non vede l’assenza di colore, ma un colore complementare a quello che crea la luce.
Molte le tele dei capitoli londinesi. A Londra Monet soggiorna infatti varie volte, tra il 1870 e il 1901. La nebbia impalpabile che copre le architetture, la luce mutevole che sfiora la superficie dell’acqua e i fumi delle fabbriche che si fondono tra loro diventano un laboratorio di sperimentazione. In mostra, tra altre tele di questo periodo, un quadro raffigurante il Parlamento dalla riva opposta, in una versione sintetica e spettrale presa in controluce al tramonto.
Una sezione è dedicata alle “Grandi decorazioni”. Dal 1914 fino alla sua morte avvenuta nel 1926, Monet esegue infatti centoventicinque pannelli di grandi dimensioni che hanno come soggetto il giardino d’acqua di Giverny, il suo rifugio. A differenza di altri pittori come Cezanne che cerca in Provenza una comunità agricola, o Gauguin che a Tahiti cerca quella indigena, Monet non è interessato ad un conforto emotivo rispetto alle forze alienanti che il progresso, l’urbanizzazione e la modernizzazione cominciano ad imporre. Non ha infatti contatti con la comunità di Giverny. Ma qui si dedica al giardinaggio con la stesa serietà con cui si dedica alla pittura.
Giverny, ecologia e percezione visiva
Nel suo giardino tutto è piantato perché egli trovi in quella natura, la luce e i colori necessari per le sue tele. “Il giardino, scrive il pittore, è come una tavolozza di colori dove le tinte si mescolano ed evolvono con il mutare della luce, durante il corso della giornata e dell’anno. Le masse si sfumano, i colori si mescolano e le geometrie si intrecciano. Ombre e luci riflesse sull’acqua diventano movimenti generati dal vento. I raggi di sole che attraversano le fronde, la tranquillità, la riflessione e l’ emozione tutto si fonde in un atmosfera onirica ed il mio giardino è il mio capolavoro più bello”. Insomma, un vero sistema ecologico, in cui ciascuna parte dialoga con tutte le altre.
Molte le tele dipinte quando il problema alla cataratta limita la vista del pittore, al punto da costringerlo a dipingere solo in alcune ore del giorno protetto da un ampio cappello di paglia. La forma allora svanisce lasciando il posto a movimento e colore e dalla rappresentazione si passa allo schizzo, via via sempre più indecifrabile. Queste pennellate fluide, nervose, dove i colori non hanno più la stessa intensità e la tonalità del rosso comincia a sembrare fangosa, conducono gradualmente ai limiti dell’astrazione. L’idea di dipingere ciò che non si ha davanti ma la visione stessa, porta verso la pittura moderna. E fa dell’artista un pioniere di questa filone.
L’ultima tela è una meraviglia: Le rose, 1925-1926.
Monet. Dal Musée Marmottan, Informazioni
www.palazzorealemilano.it
www.monetmilano.it
Orario apertura: Lunedì chiuso, martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 -19.30 Giovedì 10.00 – 22.30 (La biglietteria chiude un’ora prima)
Intero € 14,00 Audioguida inclusa
Ridotto € 12,00 Audioguida inclusa, Visitatori dai 6 ai 26 anni, visitatori oltre i 65 anni, visitatori con disabilità, soci Touring Club con tessera, soci FAI con tessera, possessori di biglietti aderenti all’iniziativa “Lunedì Musei” (Poldi Pezzoli / Museo Teatrale alla Scala), militari, forze dell’ordine non in servizio, insegnanti, possessori Card Arthemisia, possessori card Skira Dipendenti e Agenti Generali e Clienti Generali in possesso di Dem nominali Ridotto Abbonamento Musei Lombardia € 10,00 Audioguida inclusa valido anche per Soci Orticola in possesso della tessera per l’anno in corso(comprensivo di microfonaggio in caso di gruppi).