Green pass e musei italiani tra polemica e approvazione

Da tempo è stato annunciato l’obbligo di green pass per alcune attività, descritte nel dettaglio qui. Tra queste ci sono le visite a musei e teatri e, per non farsi trovare impreparati, alcuni di loro stanno già avvisando i turisti con anticipo. Il Museo Egizio di Torino, la Reggia di Caserta, il Museo Etrusco di Villa Giulia e i Musei Vaticani hanno infatti comunicato che senza il fatidico certificato verde non si potrà entrare. Per farlo stanno utilizzando social network e grafiche simpatiche: il Museo Egizio propone un faraone pro-Green Pass e la Reggia di Caserta Francesco I delle due Sicilie che tiene in mano il documento esclamando “vacciniamoci ca ce pass’!”.

Il caso del Museo Egizio
Sotto il post del museo torinese non tardano ad arrivare le reazioni dei contrari all’obbligo del green pass così come dei favorevoli: chi ritiene che sia una “ragione in più per venire a godere delle [loro] meraviglie” e chi commenta con un laconico “che amarezza” e si scaglia contro l’”eterna dittatura” parlando della carta verde come della “vergogna di questo paese”. C’è persino chi si augura un calo dei visitatori: “Molto male, peccato, volevo venire, mi accontenterò delle immagini on line. Spero si riducano i visitatori”. In difesa del museo si schierano invece la sindaca Chiara Appendino e il candidato sindaco di Torino del centrosinistra, Stefano Lo Russo del Pd che sottolinea come il museo sia «un diamante della città e avere a cuore la salute pubblica, facendo rispettare per altro una decisione del governo, è un merito. Punto».

Le dimissioni di Masucci
Il direttore del Museo Cappella Sansevero di Napoli ha deciso invece di dimettersi dal suo incarico dopo oltre 10 anni, per protestare contro l’adozione del green pass. In una lettera, pubblicata sulla pagina Facebook del Museo, Fabrizio Masucci ha spiegato che nei luoghi della cultura già sono in atto tutte le misure per prevenire il contagio e per garantire una fruizione in sicurezza e che l’obbligo di richiedere l’esibizione del green pass per l’accesso ai musei non sarebbe legato a valutazioni di carattere epidemiologico specificamente riferite ai contesti museali, ma uno strumento per ottenere più adesioni alla campagna vaccinale. Secondo il direttore della Cappella quindi i musei sarebbero in questo modo strumentalizzati per ottenere scopi estranei alle loro naturali finalità.

Il G20
Il green pass per accedere ai luoghi di cultura è stato un tema cruciale al G20, il summit dei venti Ministri della Cultura dei paesi più rappresentativi dell’economia mondiale. Il Capo di Gabinetto del Ministero italiano, Lorenzo Casini commenta: «c’è consenso su questo fronte, sul fatto che il green pass sia uno strumento utile per spingere e favorire la vaccinazione, al di là delle discussioni giuridiche sulla possibilità o meno di obbligare le persone alla vaccinazione: è chiaro che maggiore è la richiesta del green pass, maggiore è la spinta a vaccinarsi. Sul green pass insomma non sono emersi contrasti al G20, c’è una piena condivisione. D’altronde, in termini di G20 il green pass è un aspetto molto legato al turismo a scambio di visitatori».