Lo stemma gentilizio del Poldi Pezzoli è tornato a casa

Il museo Poldi Pezzoli, su via Manzoni a Milano, ha presentato il 3 dicembre 2020, con una conferenza stampa online, “il ritorno a casa” dopo più di 70 anni di assenza, del suo splendido stemma gentilizio.
C’è, dietro questo felice evento, una bellissima storia che ne attraversa diverse: quella del suo fondatore, Gian Giacomo Poldi Pezzoli, della sua grande passione per l’arte, e di Milano.
Cresciuto in un ambiente ricco di stimoli culturali ed artistici, Giacomo Poldi, come amava firmarsi il nobile collezionista, colleziona dipinti ed oggetti d’arte dal 1850 fino al 1879. In procinto di morte, dispone che “La casa e tutte le opere in essa contenute, diventino Fondazione Artistica ad uso e beneficio pubblico in perpetuo colle norme in corso per la Pinacoteca di Brera”.
Sarà infatti aperta al pubblico nel 1881 e da subito amata dai milanesi. Racchiude capolavori di pittura, sculture, tappeti, pizzi e ricami, armi e armature, gioielli, porcellane, vetri, mobili, orologi solari e meccanici. Sono oltre 5000 le opere dall’antichità al XIX secolo, esposte in stanze ricercate e in stile storicista, dal Medioevo al Settecento, fino all’Armeria reinterpretata da Arnaldo Pomodoro.
Lo stemma in bronzo, blasonato inquartato, ( gallo fissante un sole d’oro, aquila, piede e infine nel nuovamente l’aquila), faceva parte della decorazione della balconata del Salone Dorato del palazzo Poldi Pezzoli. Ludovico Pogliaghi, allora allievo prediletto di Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera, vi aveva lavorato dal 1875 al 1880.
Il 3 dicembre del 1946, durante i lavori di ricostruzione post bellica del palazzo fortemente danneggiato, lo stemma e l’intera balconata vengono rubati. Ne fa una denuncia dettagliata ai carabinieri, Ettore Modigliani, reintegrato a Brera dopo che a causa delle sue origini ebree era stato estromesso dall’amministrazione dello stato e costretto alla fuga.
Per una di quelle strane coincidenze della vita, alcuni Amici del Poldi Pezzoli segnalano nel 2018 all’amministrazione del museo, che lo stemma trafugato è presente in un catalogo d’asta ligure.
Da quel momento è tutto un gioco tempestivo di squadra. Il recupero dell’opera si deve ai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Monza, guidati dal Maggiore Francesco Provenza. L’intervento è avvenuto in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Milano, in particolare con la Soprintendente Arch. Antonella Ranaldi e con la Dr.ssa Raffaella Bentivoglio-Ravasio, Funzionario responsabile per la tutela del Museo Poldi Pezzoli.
Dal 3 dicembre quindi, lo stemma gentilizio ha ritrovato la sua casa ed è pronto ad accogliere i visitatori all’ingresso del Museo sul cornicione di accesso allo Scalone Antico, dove è stato collocato.
Ricordiamo ai nostri lettori che, a seguito delle nuove misure del DPCM per il contenimento della diffusione della pandemia da Covid-19, il Museo Poldi Pezzoli è chiuso.
Potete continuare a seguirlo sui canali social. Per informazioni: www.museopoldipezzoli.it