Le materie letterarie salveranno il mondo, ce lo disse John Williams

Stoner di John Williams è un romanzo che tutti gli insegnanti dovrebbero leggere. Non per formazione disciplinare, ma per offrire cibo all’anima e capire il senso della propria vocazione. Insegnare è una missione e non tutti, purtroppo, se ne rendono conto.
“Era se stesso che lentamente ridisegnava, era se stesso che rimetteva in ordine, era a se stesso che dava una possibilità”
L’opera è il racconto di un uomo che viene dal nulla e che piano piano si costruisce e si immerge nel mondo della letteratura, imparando a conoscersi e a vivere. La penna di John Williams riesce a rendere avvincente una storia a tratti anche piatta, creando un alternarsi tra la vicenda del protagonista e i filoni paralleli delle sue due nemesi, la moglie e il collega Lomax.
Pasolini diceva che soltanto solo, sperduto, muto e a piedi riusciva a riconoscere le cose. Così è strutturata la realtà interiore di un uomo votato alla letteratura. Durante la formazione ci si immerge infatti in toto negli studi, si muovono i primi passi all’interno della Weltliteratur e soprattutto ci si lascia cadere a occhi chiusi nei testi, assuefatti dalla letteratura. Se il percorso di studi è intensa intimità, insegnare è altrettanto intensa condivisione, è stimolo di domande nella mente dei discenti, è apprendere in realtà in primis da loro, perché mai si finisce di imparare.
Il passe-partout per il posto statale

“Deve ricordare chi è e chi ha scelto di essere, e il significato di quello che sta facendo”
Questo il monito che ogni giorno deve ripetersi un docente. In una società in cui l’insegnamento è diventato un calderone magico, la pozione perfetta per accaparrarsi un posto statale, è giunto il momento di potare i rami. È inaccettabile una scuola formata da personaggi frutto di ripiego, di convenienza o (ancor peggio) di raccomandazione. Bisogna ridare dignità al mestiere e capire che è una chiamata alle armi.
Il discorso diventa anche più delicato in campo letterario. In tal caso la scelta nasce esclusivamente da dentro, non può essere dettata dalle circostanze. Tra le pagine dei libri ci si riscopre nudi e corazzati solo dalla carta. È la letteratura l’arma per la guerra.
“L’amore per la letteratura, per il linguaggio, per il mistero della mente e del cuore che si rivelano in quella minuta, strana e imprevedibile combinazione di lettere e parole, di neri e gelidi caratteri stampati sulla carta, l’amore che aveva sempre nascosto come se fosse illecito e pericoloso, cominciò a esprimersi dapprima in modo incerto, poi con coraggio sempre maggiore. Infine con orgoglio.”
Oggi scegliere Lettere è quasi una comodità, ma fino a qualche anno fa era emarginazione. Lo scorso decennio ha visto infatti un declassamento delle facoltà umanistiche a inutili percorsi senza sbocchi lavorativi e scevri di appeal. Chi sceglieva Lettere, lo faceva unicamente per vocazione, conscio del proprio futuro incerto e canzonato dai compagni. Ora è una tana libera tutti. Il mondo si è magicamente ricreduto, tutti cercano di entrare nella scuola, anche tramite un percorso umanistico.
La necessità urgente di un ricambio generazionale

La società descritta da Williams è una macchina in movimento. Il dinamismo del contesto universitario è evidente dal continuo ricambio generazionale dei docenti, anche al vertice stesso dell’Istituzione. Leggendo il romanzo si vede il passaggio di testimone dai mentori adulti alle nuove leve, cui si affida l’incarico di concimare le menti delle matricole.
Oggi esiste questo ricambio? La scuola contemporanea ha bisogno di una rivoluzione copernicana. I tempi sono cambiati, le esigenze dei discenti sono nettamente diverse rispetto a quelle di qualche anno fa e la scuola non riesce a stare al passo con i tempi. Il ritardo dei pensionamenti non consente infatti l’immediata entrata in campo dei neolaureati che, già digitalizzati e aggiornati, hanno la capacità di creare un contatto più diretto con i ragazzi.
La scuola rimane quindi un luogo statico, basato su metodologie ataviche come la lezione frontale. In una realtà in cui il tempo scorre incessante e ciò che oggi è nuovo domani è già passato, è necessario invece un costante aggiornamento del curricolo e dei metodi di insegnamento, per andare incontro a ogni esigenza e stile di apprendimento.
In piena emergenza Covid-19 si sono visti i sintomi di questa urgente necessità. Si è passati a una Scuola 2.0, un tipo di didattica digitale integrata cui non tutti i docenti erano preparati. Non è loro la colpa, urge un naturale processo di ricambio generazionale, che consenta alle nuove leve di entrare in gioco, lasciando ai docenti più anziani il giusto e meritato riposo del pensionamento.
L’integrità morale come cardine contro la mercificazione

Un’altra macchia dell’Istituzione Scuola è la simonia delle cariche accademiche. Stoner è la storia di un uomo che ci ha creduto fino in fondo. William è la resistenza, è un docente che ha messo l’onestà intellettuale davanti ai propri interessi. Stoner è stato vittima della sua stessa passione, ha subito le conseguenze della propria integrità, sommerso dalla macchina del fango.
“Noi non possiamo lasciarlo entrare. Perché se lo facciamo diventeremo come il mondo, altrettanto irreali, altrettanto… L’unica speranza che abbiamo è tenerlo fuori”
Novello Don Chisciotte, lotta contro i mulini a vento delle raccomandazioni e si ritrova travolto dagli imbrogli e dai colpi bassi delle irregolarità. Arriva a pensare persino di abbandonare tutto, forse l’insegnamento non è la sua strada, ma poi non cede. La testardaggine di William Stoner deve essere uno sprone per tutti, non è utopia, non è fantasia, è diventare il cambiamento che si vuole vedere nel mondo.