Il cinema incontra Scampia e sull’abbattimento delle Vele spunta un film.
Per ora è solo una chimera, ma gli abitanti sperano. Presto l’abbattimento delle Vele di Scampia potrebbe diventare realtà o meglio un vero toccasana per molte famiglie, costrette da anni a vivere in questi mostri di cemento, diventati con il tempo sporchi, umidi e brutti.
Oreste, insieme ad altri fa parte del Comitato Vele. Abita nella Vela Rossa, ma da tempo non ci può vivere. Le sue condizioni di salute sono precarie e molto gravi. Il tetto della sua casa fa acqua da tutte le parti e i muri hanno preso umidità. L’oncologo gli ha vietato di vivere lì e così è stato costretto a trasferirsi a casa della sorella, ma senza letto. Si è dovuto arrangiare per terra.
Questa è soltanto una triste storia di Scampia,ma ce ne sono tante altre come quelle di Ciro, Lorenzo, Omero, Giuseppina; il popolo delle Vele che combatte per un alloggio dignitoso che tarda a venire.
Una storia, quella di Scampia, che ora grazie all’impegno dei registi Elio Dota, Matteo Pedicini, Walter De Majo ed Elio Di Pace, prodotto da Gianluca Arcopinto e Walter De Majo, è diventata un film girato tra le Vele, apprezzato dalla critica alla 74esima Mostra di Venezia.
“Chimera” è il titolo del cortometraggio che è stato presentato alla stampa al Palazzo delle Arti in via Dei Mille 61, a Napoli. All’incontro hanno partecipato: l’assessore comunale alle Politiche per il diritto alla Casa, Enrico Panini e gli attori Lorenzo Liparulo e Omero Benfenati, occupanti e voce attiva del Comitato delle Vele, i quali hanno accompagnato le telecamere nei corridoi tetri e quasi bui di quegli alloggi, nelle case e nelle stanze, tastando dal vivo la cruda realtà dei cittadini di Scampia.
“Ci hanno raccontato che questi mostri di amianto e cemento sono solo il covo della peggiore criminalità. Nessuna dignità, nessun futuro, nessuna speranza. Chiamati per anni “sporchi, brutti e cattivi.” Oggi – dichiara il co – produttore del film, Walter De Majo,- dopo 36 anni di lotta del Comitato delle Vele esiste finalmente un progetto. La demolizione non cancellerà queste storie e queste vite. La domanda se è giusto o meno abbattere le Vele non ha senso di esistere, perchè tutto è stato voluto, chiesto dagli abitanti di questo quartiere, dove il disastro sociale è stato causato in gran parte dal disastro urbano e non viceversa. Il nostro cortometraggio ha riscosso grande interesse e tanti applausi alla 74esima Mostra di Venezia ed ora è presentato a Napoli, perchè è un grande momento per la città. Importante – continua De Majo – far comprendere a tutti l’importanza di quello che sta avvenendo a Scampia, attraverso una narrazione fatta da chi sta costruendo la riqualificazione di un quartiere pezzo dopo pezzo. La nostra squadra non smetterà di lavorare e ha già iniziato le riprese per un film che parlerà di Scampia, del progetto Restart e della lotta del quartiere. In attesa che la prima Vela venga abbattuta.”
“Il film ci è stato proposto da Gianluca Arcopinto – precisa uno dei registi, Elio Di Pace. In pochi giorni,- continua il regista – siamo andati subito lì, sul campo con le cineprese. Ci tengo a precisare che il piano politico lo abbiamo messo subito da parte per occuparci esclusivamente della lotta degli abitanti delle Vele, della loro storia che va avanti da oltre trent’ anni, da quando si è verificata l’impraticabilità di molte abitazioni. Non è stato assolutamente difficile lavorare e girare il cortometraggio. In alcune occasioni, è stato davvero divertente, tanto è vero che ogni volta che facevamo le riprese in orario di pranzo il Comitato ci invitava a mangiare con loro.”
“Di Scampia spesso si è raccontato dei soli blocchi di cemento e di cronaca nera, senza tenere in considerazione l’accoglienza di un popolo che ha saputo resistere, per 36 anni di battaglia, all’umiliazione alla precarietà di fronte ad una politica che non è mai riuscita a dare risposte concrete e rapide ai cittadini di Scampia – ci dice Omero Benfenati, protagonista del film e membro del Comitato. Partendo da basso si può veramente cambiare, non accettando passivamente le decisioni che avvengono dall’alto e dalla politica che non ha mai risposto alle esigenze di tanti uomini e donne, che rivendicano il diritto alla casa, alla scuola, al lavoro. Non ci fermiamo all’abbattimento delle Vele. Vogliamo che Scampia diventi presto un quartiere metropolitano, monouso dove sia possibile creare sviluppo sociale ed economico per l’intero quartiere. “