Prefetto bacchetta don Patriciello, il prete antimafia del napoletano: il web insorge
I riflettori di tutto il web sono puntati su quanto successo nella prefettura di Caserta, giovedì scorso, dove un sacerdote di Caivano, don Maurizio Patriciello, noto per la sua battaglia contro la mafia, è stato attaccato dal prefetto De Martino mentre stava parlando dei molti problemi causati dalla mafia, nel corso di una alla quale erano presenti, tra gli altri, venti sindaci, i vertici delle forze dell’ordine, rappresentanti di Regione, Provincia, Asl ed esponenti di comitati sull’emergenza dei roghi tossici di rifiuti nel Napoletano.
Causa dell’ira di De Martino? Il don ha chiamato, Carmela Pagano prefetto di Caserta, signora e non ‘prefetto’; anche quando don Patricello ha chiesto scusa, il prefetto ha continuato a dire: “Lei chiamerebbe mai “signore” un sindaco? Dov’è il rispetto per le istituzioni?” e poi “Se io la chiamare ‘signore’ invece di reverendo, lei che direbbe?”.
Il video che ha immortalato questo siparietto ha fatto il giro del web e sono nate decine di pagine fan su Facebook a sostegno di don Patriciello e centinaia di discussioni su Twitter.
De Martino, che a giorni andrà in pensione, ha replicato solo ieri a quanto accaduto, minimizzando, ed affermando che si è trattato solo di:
“un’incidente di lavoro davvero spiacevole, lo riconosco, chiusosi però sul momento e suggellato a Cardito, in occasione del funerale della giovane vittima Pasquale Romano, quando intravisto don Patriciello di spalle, l’ho avvicinato facendogli una carezza sulla nuca. Don Patriciello conosceva il prefetto Carmela Pagano ed il suo ruolo perché era stata ricevuto in più occasioni presso la prefettura di Caserta. Pertanto, dopo averla chiamata per ben tre volte signora ho ritenuto doveroso invitare don Patriciello a rivolgersi al responsabile della prefettura di Caserta utilizzando il titolo di prefetto, perché riconoscesse nel suo interlocutore, agli occhi tutti, il ruolo e le responsabilità che sono affidate al rappresentante di governo. Se qualcuno si fosse rivolto a don Patriciello, appellandolo come signore, avrei chiesto ugualmente il rispetto per le istituzione che rappresenta e per le funzioni che svolge e sono certo che nessuno avrebbe avuto nulla da ridire”.
Il Sacerdote ha invece dichiarato che quanto meno quest’incidente diplomatico è servito per puntare i riflettori su quanto succede nella provincia di Napoli, e che potrà così, almeno si spera, “combattere” meglio la sua battaglia contro i crimini ambientali condotti dalla malavita. Quella del napoletano è difatti chiamata ‘terra dei fuochi’: ogni giorni centinaia di rifiuti di tutti i generi, sopratutto tossici, vengono bruciati sotto l’occhio immobile delle autorità.
Enrico Ferdinandi
21 ottobre 2012