Imprenditore, disperato per i debiti, si uccide nei pressi del Santuario di Pompei
Prima di uccidersi Arcangelo Arpino, un imprenditore edile di 63 anni ha lasciato tre lettere significative. In una di queste egli chiede scusa del suo suicidio ai suoi familiari e alla Madonna, nella seconda si scaglia contro “Equitalia”, nella terza parla di gravi problemi economici. L’uomo ha poi puntato la sua pistola di ordinanza, calibro 7, 65, alla testa e si è tolto la vita. Il folle gesto è avvenuto nel parcheggio del Santuario di Pompei. Inutili i soccorsi di alcune suore. Arpino è spirato subito dopo all’ospedale di Castellammare di Stabia.
Secondo le prime indagini e i controlli effettuati dai Carabinieri, l’imprenditore era disperato perchè, oltre a dover pagare molte cartelle dell’esattoria comunale, egli doveva far fronte a numerosi debiti e ad una serie di assegni scoperti per una cifra consistente pari a 41mila euro. P Arpino, padre di tre figli, prima di uccidersi, come raccontato da alcuni testimoni, sarebbe anche entrato in chiesa per pregare la Madonna di Pompei.
Gigi Rubino
11 maggio 2012