Metalmeccanici in piazza a Napoli: un fiume in piena per cambiare la politica del Governo
Ventimila persone o forse più hanno partecipato a Napoli allo sciopero di 8 ore indetto dalla FIOM metalmeccanci. L’imponente corteo, come un fiume in piena e tante bandiere rosse, partito da piazza Mancini, ha percorso il “rettifilo” per raggiungere piazza Matteotti, dove hanno parlato vari esponenti della Cgil, tra cui Maurizio Landini, segretario generale FIOM – Cgil e Franco Martini, della segreteria nazionale Cgil. Sul palco, in una piazza gremita di operai, cassintegrati, ma anche molti giovani, sono salite numerose persone che hanno raccontato la storia del precariato, il dramma dei licenziamenti, non risparmiando attacchi duri alla manovra del governo Renzi e al Jobs Act. Chiaro il messaggio della protesta dei partecipanti provenienti non solo da tutta la Campania, ma anche dall’Ast di Terni e dall’Ilva di Taranto. Dietro gli striscioni hanno sfilato: la Selex – es di Giugliano, la Fiom Avio di Pomigliano, delegazioni della Fiom Cgil di Torre Annunziata, operai della Siram manutenzioni e della M. Marelli di Napoli. “800 famiglie senza futuro” è il messaggio che recita il loro striscione, poi tante altre realtà del Sud, ma anche delegati Fiat. Per una volta gli operai sono in paradiso è la scritta che campeggia sulle maglie dei Cassintegrati di Pomigliano che per protestare hanno noleggiato un lemousine con tanti cartelli, alcuni dei quali indirizzati a Renzi e Marchionne. Al corteo hanno partecipato il vice sindaco di Napoli, Sodano, l’ex ed ormai storico governatore della Campania, Antonio Bassolino e il padre comboniano, Alex Zanotelli. Tanta solidarietà è poi giunta anche dagli studenti della Federico II che con cori e striscioni hanno salutato i manifestanti davanti alla sede dell’ Università “Federico II.” Durante il suo discorso, il segretario generale Fiom, Landini ha attaccato duramente Renzi, sulla politica del governo. Il problema del lavoro – ha detto l’esponente sindacale – non è quello di rendere facile i licenziamenti, perchè questo è un ragionamento che non sta in piedi. Siamo in un momento che la criminalità si sta sostituendo allo Stato. Renzi deve essere più umile e capire che noi scioperiamo non per lui, ma per il Paese. Non ci fermeremo. C’è un tentativo pericolosissimo di far passare l’idea che, pur di lavorare, bisogna accettare qualsiasi condizione. Questo è sbagliatissimo. Siamo pronti allo sciopero generale di dicembre”
dall’inviato Luigi Rubino ( Napoli)
21 novembre 2014