L’apparire è umano, l’essere è animale
Leggi Il processo degli animali contro l’uomo e ti rendi conto che il filone dei trattati sull’ecologia probabilmente parte da quell’opera, rifletti su Il processo degli animali contro l’uomo e capisci che l’essere umano è da sempre l’espressione della stupidità trasformata in egocentrismo. Pubblicato da De Piante, il libro dei “Fratelli della Purezza” (Ikhwan al-Safa), una società segreta islamica con casa madre a Bassora, è una favola mistica estratta dall’Enciclopedia, compendio di cultura coranica suddiviso in 52 epistole. La trama del libro di per sé è minimale: in un’isola, gli animali muovono un processo contro gli esseri umani con quest’ultimi che avanzano, al cospetto del Re Jinn, il diritto a schiavizzare il genere animale per una presunta superiorità. Gli animali, dal canto loro, quest’umana superiorità non la notano ed il “botta e risposta” durante il processo non è più la trama di una “semplice” favola ma un pesante spunto di riflessione o di ascesi. Le tesi intavolate dagli umani vengono ribaltate dagli animali, punto per punto il lettore convinto di essere l’eletto della catena biologica viene catapultato in severe e giuste realtà dalla controparte animale partendo dal presupposto che lo stesso creato non ammette presunzione.
L’uomo recrimina il suo dominio assoluto ma risulta, nei fatti, un essere vile per natura, dipendente dall’animale nelle sue funzioni vitali come il mangiare o il vestirsi per ripararsi dal freddo, capace di infierire sul suo simile più debole. L’animale non reclama nulla nei nostri confronti, non contempla minimamente il primato su di noi e non esiste nessun rapporto di dipendenza da parte sua nei nostri confronti. La riflessione che dovremmo fare, specie in questo periodo, è sul voler essere il primus inter pares a tutti costi spostando l’attenzione non sull’essere animale ma sul nostro simile, esseri umani che decidono di primeggiare su altri esseri umani in nome di una democrazia o di una pace firmata, spesso con inchiostro rosso sangue d’innocenti, a suon di bombe che d’intelligente non hanno nulla.
Nella società il disegno divino viene devastato e capovolto nella sfera umana mentre rimane saldo in quella animale, nel regno di quest’ultimo l’ordine divino non viene intaccato: un verme rimane un verme e non potrà mai essere il re della foresta, lasciando al leone il suo ruolo.
L’uomo nel corso della sua evoluzione, in alcuni frangenti storici, è riuscito a mandare all’aria il piano del Creato: troviamo vermi innalzarsi a capi della foresta e i risultati sono tangibili.
Lo sviluppo non coincide con il progresso.
La vera differenza tra “il primeggiare” dell’uomo e quello dell’animale è semplice, il primato tra gli animali è naturale, per quanto violento possa essere, il prevalere non è spinto da egoismo ma da istinti vitali, il primato animale è pura essenza.
L’uomo uccide, sfrutta, opprime il suo simile per motivi che di naturale non hanno nulla: potere, economia, improbabile supremazia… il primato umano è stupida apparenza.