Brunetta, dopo gli insulti continua la polemica
di Francesco Coppola
Proseguono le polemiche dopo gli insulti rivolti dal ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ai precari che, a margine di un convegno sull’innovazione tenutosi a Roma nella giornata di ieri, erano saliti sul palco per rivolgergli delle domande sulla loro condizione di lavoro instabile. Il ministro, dopo averli definiti rappresentanti “dell’Italia peggiore”, aveva deciso di abbandonare il convegno per poi diffondere su Youtube un video in cui si difendeva. Successivamente, nella trasmissione di La7 Otto e mezzo aveva aggiunto: “Basta con la retorica del precariato, ci vuole concretezza.
Ogni tanto c’è una madre che si lamenta con me perché suo figlio non trova lavoro, ma quando le dico: ‘bene, allora domani mattina alle 5 vada ai mercati generali a scaricare le cassette’, lei risponde sempre no. Quello è il modo migliore se vuole lavorare, scaricare la cassette, per tutti gli italiani”.
La polemica, come detto, è proseguita anche nella giornata odierna. Brunetta infatti, è intervenuto ai microfoni di Radio Radio, e ha ribadito il suo pensiero: “Milioni di persone vittime di un sistema che non funziona, di regole che non funzionano, di sindacati balordi, degli errori dei padri. Pensa che io sia così stupido da attaccare
tutti i precari? I veri precari sono quelli dei call center che non hanno voce, non sono i figli di papà romani. Vanno cambiate le regole dell’occupazione dei padri e bisogna fare tutti un esame di coscienza […] è patologico che si viva per l’eternità da atipici”.
Durissime le critiche che il ministro ha attirato su di sé. Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha detto, durante un incontro tenuto oggi a Bologna per festeggiare i 110 anni della Fiom, che Brunetta “era il ministro che aveva teorizzato che, in fondo, il lavoro pubblico si poteva cancellare e oggi si trova di fronte al
fallimento della sua ipotesi di riforma – sottolineando come le sue dichiarazioni siano – il segnale di un governo che capisce che non è più in grado di dare le risposte che vengono chieste dai cittadini e, siccome non è mai stato disponibile a ragionare e al confronto, reagisce in questo modo”.