iPhone 5, bloccata la produzione: operai della Foxconn in sciopero
Sciopero alla Foxconn, ditta taiwanese dove vengono prodotti in condizioni disumane prodotti d’alta tecnologia, come il nuovo iPhone 5, la cui produzione è al momento ferma. Numerosi sono state fin ora le testimonianze del degrado lavorativo che vige all’interno della struttura: turni massacranti, dormitori e bagni sporchissimi e totale assenza di quei beni di prima necessità o di svaghi dal lavoro. Sono stati molti difatti gli operai che si sono suicidati negli ultimi anni (18 solo nel 2010) negli stabilimenti della Foxconn e nonostante le promesse del colosso della produzione informatica nulla è cambiato.
Dopo il recente reportage del giornalista cinese Wang Yu, che si era finto un lavoratore e si era fatto assumere dalla società per far vedere le condizioni di grave rischio nelle quali gli operai sono costretti a lavorare da alcuni giorni le polemiche degli operai si sono trasformate in uno sciopero che in pochi avrebbero creduto possibile. Motivo scatenante delle proteste la richiesta da parte della società di aumentare ulteriormente il livello di qualità nella produzione a seguito di alcune lamentele di Apple circa alcune imperfezioni rilevate nei nuovissimi iPhone 5, e per non aver potuto godere di vacanze nella settimana d’oro legata alla festa della Repubblica.
Le proteste riguardano sopratutto lo stabilimento di Zhengzhou, nella Cina centrale, dove circa 3.000 operai hanno incrociato le braccia da lunedì scorso. Il blocco della produzione di iPhone 5, in un momento delicato per la Apple che sta faticando a far fronte agli ordini per il suo nuovo prodotto, sembra preoccupare di più della situazione nella quale vivono questi operai.
Ricordiamo che la Foxconn ha un milione di dipendenti che in gran parte lavorano nelle sue fabbriche in varie regioni della Cina, dove vengono prodotte componenti per la Apple e per altre importanti aziende di elettronica come la Sony, la Hewlett Packard, la Nokia e la Dell.
Enrico Ferdinandi
6 ottobre 2012