Unicef: 30 milioni di bambini soffrono la povertà nei “paesi ricchi”
L’UNICEF ha ufficialmente pubblicato un rapporto sulla povertà dei bambini nei 35 paesi considerati ricchi. L’Italia è piazzata dietro i paesi nordici.
L’Unicef ha pubblicato un rapporto che denuncia la povertà dei bambini nei paesi industrializzati. Infatti anche i paesi “ricchi” devono fronteggiare la povertà, molto spesso ignorata, specialmente quella dei bambini. Il rapporto dell’UNICEF pubblicato nella giornata di martedì 29 maggio rivela che su 35 paesi ricchi studiati accuratamente (27 del vecchio continente più la Norvegia, l’Australia, il Canada, l’Islanda e gli Stati Uniti insieme al Giappone e la Svizzera), più di 30 milioni di bambini vivono nella precarietà e povertà. Soltanto in Europa sono circa 13 milioni.
In questo documento due tipi di povertà vengono analizzate: la prima fondata sulle situazioni di privazioni del bambino e l’altra misura la povertà relativa. Il primo criterio di confronto adoperato è quello dell’indice di privazione, che rileva la proporzione di bambini che non hanno effettivamente accesso almeno a 2 delle 14 variabili necessarie al suo sviluppo come la qualità dei pasti, i libri, i divertimenti e i vestiti.
Il risultato dell’analisi è stato quantificato con il valore del 15% che indica la percentuale di bambini che sono costretti a fare a meno di almeno due degli elementi sopraelencati. I valori più alti sono stati registrati nei paesi più poveri come la Romania, il Portogallo e la Bulgaria. I tassi più bassi sono stati rilevati nel Nord con percentuali inferiori al 3%.
Con il secondo criterio della povertà relativa, abbiamo i Paesi Bassi che raggiungono i tassi minori mentre le percentuali più alte sono state rilevate negli Stati Uniti d’America. Anche il bel paese non se la cava bene raggiungendo un tasso di percentuale pari al 10% classificandosi al 10° posto insieme ai cugini transalpini. Da un punto di visto sociale la povertà relativa tocca l’8,8% dei bambini italiani.
Manuel Giannantonio
29 maggio 2012